lunedì 27 settembre 2010

Accettiamo la sfida per la Sicilia ed i Siciliani

Per oggi è prevista la riunione della Direzione regionale del PD siciliano per affrontare il tema dell’appoggio del PD al nuovo Governo tecnico del Presidente Lombardo.

È utile che ognuno di noi dia il proprio contributo ed esprima la propria opinione, fermo restando che deve essere il nostro gruppo dirigente eletto nei vari organismi ad affrontare l’argomento, non appaiono utili fughe in avanti come il ricorso improprio alle primarie o ad referendum, altrimenti i dirigenti che ci stanno a fare se non riescono ad assumersi le proprie responsabilità?

Ed infatti lo Statuto regionale prevede che “l’Assemblea Regionale e gli organi dirigenti da essa eletti hanno competenza in materia di indirizzo della politica regionale del Partito”.

La Direzione, ma lo poteva essere di più l’Assemblea i cui componenti sono stati eletti, fino a questo momento, tutti con le primarie, è l’organo deputato a prendere la decisione.

Dunque ecco il mio pensiero, il pensiero di un Consigliere comunale del Comune di Campobello di Licata, in provincia di Agrigento, che vive ogni giorno a contatto con il territorio e con i problemi dei siciliani.

È opportuno tuttavia una premessa.

In Sicilia le ultime tre elezioni regionali si sono celebrate nel 2001, nel 2006 e nel 2008.

In tutte e tre le competizioni è prevalso il candidato di centro-destra:

- Cuffaro nel 2001 con il 59,1% dei consensi (1.572.178 voti a fronte di 1.962.250 voti di lista pari al 65,3%) sostenuto da 10 liste, contro il candidato Orlando con il 36,6% dei consensi (972.010 voti a fronte di 501.450 voti di lista pari al 30,4%) sostenuto da 9 liste;

- Cuffaro nel 2006 con il 53,1% dei consensi (1.374.626 voti a fronte di 1.513.31 voti di lista pari al 61,5%) sostenuto da 7 liste, contro la candidata Borsellino con il 41,6% dei consensi (1.078.259 voti a fronte di 887.437 voti di lista pari al 36,1%) sostenuto da 4 liste;

- Lombardo nel 2008 con il 65,4% dei consensi (1.862.959 voti a fronte di 1.833.903 voti di lista pari al 68,1%) sostenuto da 5 liste, contro la candidata Finocchiaro con il 30,4% dei consensi (866.044 voti a fronte di 770.059 voti di lista pari al 28,6%) sostenuto da 4 liste.

In sostanza, nonostante tre candidati di centro-sinistra di primordine, il candidato di centro-destra ha dato un distacco da 300 mila a quasi 1 milioni di voti, che passa da almeno 600 mila a 1,4 milioni di voti di distacco nel confronto tra i voti di lista.

Qualsiasi analisi politica deve partire da questi dati che danno il centrosinistra, per ragioni storiche, per ragioni culturali e per ragioni socio-economiche, estremamente minoritario rispetto al centro-destra.

In questi primi due anni grazie al lavoro eccellente del gruppo del PD all’ARS, e per la verità grazie anche alle riforme proposte dal Presidente Lombardo, la prima delle quali la riforma della Sanità, ma anche grazie all’illuminante azione di qualche Dirigente nazionale del partito, che forse ha il polso del territorio girando giorno dopo giorno il territorio siciliano, si è creata una profonda frattura tra i partiti del centro-destra, prima nel PDL con la creazione di due gruppi, oggi addirittura tre, e poi anche nell’UDC, con la creazione di due gruppi.

Grazie a queste spaccature e la presenza, fortuita, di 27 deputati del PD con l’appoggio al Governo tecnico e con l’ultima finanziaria si sono approvate alcune riforme quale quella dei rifiuti, preceduta dal blocco dei termovalorizzatori e del risarcimento milionario nei confronti delle aziende che avevano avuto affidati i lavori di costruzione, il principio che l’acqua deve essere pubblica, il credito d’imposta, l’esenzione del ticket per alcune famiglie e tante altre misure che aiuteranno le famiglie siciliane, non dimenticando che con il rientro del piano sanitario si potrà abbassare anche l’IRAP per le imprese nel 2011.

Dunque grazie a queste spaccature ed all’intraprendenza dei deputati all’ARS, eletti con il sistema delle preferenze, il partito ha assunto quella centralità politica che forse mai aveva avuto.

Oggi si affaccia la possibilità di appoggiare un nuovo Governo tecnico con la presenza di persone di spiccata moralità come il Prefetto Marino o come la presenza di professori universitari, di magistrati e di altre professionalità anche del mondo imprenditoriale.

Un Governo che dovrebbe attuare la riforma dei rifiuti, fare la legge sull’acqua pubblica, snellire le procedure amministrative fino all’abolizione delle province, attuare il decentramento amministrativo, fare una riforma elettorale con la doppia scheda elettorale e noi cosa dovremmo fare, andare al voto come indicato con insistenza dal Senatore Bianco oppure accettare questa sfida?

Io rispetto a tutto ciò, non dimenticando che siamo estremamente minoritari rispetto alle indicazioni di voto della maggioranza dei siciliani, nonostante la nostra presunta superiorità morale, non me ne voglia qualche Dirigente nazionale, che forse non ha più il polso del territorio e dei problemi dei siciliani, accetterei la sfida, forse anche solo per la riforma elettorale che cambierebbe radicalmente il voto in Sicilia.

Evocare primarie, referendum è profondamente sbagliato.

Dicono che l’elettorato ci penalizzerà, ma non ci ha già penalizzato nelle ultime tre elezioni regionali nonostante candidati di spiccata moralità e competenza e nonostante siamo stati alternativi al sistema di potere del centro-destra?

Abbiamo un gruppo dirigente che può e deve assumersi le proprie responsabilità, se sbaglierà l’elettorato ci punirà nuovamente, ma credetemi non abbiamo nulla da perdere ma solo da guadagnare.

È un dato di fatto che per la prima volta Cuffaro, Alfano, Miccichè, Romano e tanti altri ancora sono all’opposizione e noi abbiamo la possibilità di indebolire ancora di più questo sistema di potere, non sprechiamo questa occasione ed accettiamo la sfida per la Sicilia ed i Siciliani.

Giuseppe Sferrazza
Capogruppo del PD al Consiglio comunale di Campobello di Licata (AG)

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