mercoledì 29 ottobre 2008

La scuola non riformata



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Come sapete oggi è stato approvato dal Senato il disegno di legge con oggetto “conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° settembre 2008, n.137, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università”, ovvero il cosiddetto Decreto Gelmini.

In questi giorni diverse proteste sono state organizzate in tutta la nazione contro questo decreto e contro altri provvedimenti sulla scuola, che portano alcune modifiche soprattutto nella scuola primaria, che taglia risorse finanziarie all’Università e non permettono la stabilizzazione e l’immissione a ruolo di diversi docenti.

Ma vediamo in sintesi alcuni problemi sollevati da questo decreto e della legge 133/08 (manovra d’estate).

I tagli al personale della scuola
I tagli programmati riguardano i docenti a tempo determinato (i supplenti, i precari) per un numero che supera 87 mila unità così articolati:
- 42.105 nell’anno scolastico 2009/10 di cui 32.105 dal decreto legge e 10.000 dalla finanziaria 2008,
- 25.560 nell’anno scolastico 2010/11, di cui 15.560 da decreto legge e 10.000 dalla finanziaria 2008 e
- 19.676 nell’anno scolastico 2011/12.
A questo si aggiunge la mancata assunzione dei 75.000 precari già previsti nel piano del Governo Prodi con copertura finanziaria.
Nello specifico il Governo Prodi nel corso della XV legislatura ha approvato, attraverso le due leggi finanziarie, provvedimenti importanti, volti a risolvere il problema della precarietà degli insegnanti. Infatti, la legge n. 296 del 2006 (finanziaria 2007), ha autorizzato l'immissione in ruolo di 150.000 docenti e di 20 mila unità di personale tecnico ausiliare (Ata) nel triennio 2007, 2008 e 2009; inoltre, la legge n. 244 del 2007 (finanziaria 2008) ha previsto la stabilizzazione di circa 17 mila insegnanti di sostegno e di ulteriori 10 mila unità di personale tecnico ausiliare nel triennio 2008, 2009 e 2010.
Secondo fonti ministeriali, il piano di assunzioni, così come previsto dalle suddette leggi finanziarie del precedente Governo Prodi, ha già avviato, nel giugno 2006, la stabilizzazione di 20 mila docenti e di 3.500 unità di personale tecnico ausiliare (Ata) e nel maggio 2007 la stabilizzazione di 50 mila docenti e di 10 mila unità di personale tecnico ausiliare (Ata).
Ci sono pure tagli al personale ATA (amministrativo, tecnico, ausiliario). È previsto infatti un taglio secco del 17%, ovvero 42.500 posti in meno (44.500 considerando anche la finanziaria 2008), della consistenza accertata nell’anno scolastico 2007/2008, da conseguire nel triennio 2009/2011, così articolati:
- 14.167 nell’anno 2009 (a cui si devono aggiungere 1.000 dalla finanziaria 2008),
- 14.167 nell’anno 2010 (a cui si devono aggiungere 1.000 dalla finanziaria 2008),
- 14.167 nell’anno 2011.

In Sicilia già per il prossimo anno scolastico, si prevedono, per la scuola primaria, 1804 tagli di posti di insegnamento; per la scuola media, 1796; per la scuola superiore, 1263 e 1567 di personale ATA.
Ciò causerà disservizi per alunni e studenti e una drammatica perdita di posti di lavoro.

I tagli alla risorse per la scuola
I tagli per la scuola sono già stati programmati nella “manovra d’estate” 2009/11 e sono pari a 7,8 miliardi di euro, così articolati (ovvero economie lorde di spesa non inferiori a):
- 456 milioni di euro per l’anno 2009,
- 1.650 milioni di euro per l’anno 2010,
- 2.538 milioni di euro per l’anno 2011 e
- 3.188 milioni di euro per l’anno 2012.
Per quanto riguarda il fronte dei docenti i tagli sono pari a 5,4 miliardi, così articolati:
- 338 milioni di euro per l’anno 2009,
- 1.180 milioni di euro per l’anno 2010,
- 1.715 milioni di euro per l’anno 2011 e
- 2.130 milioni di euro per l’anno 2012.

Il Maestro unico e l’orario settimanale
Il Decreto Gelmini prevede all’articolo 4 che “nell’ambito degli obiettivi di razionalizzazione” è previsto che “le istituzioni scolastiche della scuola primaria costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario a ventiquattro ore settimanali”.
Quindi “unico insegnante” e non “maestro prevalente” come affermano alcuni onorevoli dello schieramento del centro-destra.
Scompare dunque l’insegnamento modulare (3 docenti per 2 classi oppure, ove ciò non sia possibile, 4 docenti per 3 classi).
L’insegnante avrà un orario settimanale di 24 ore e dovrebbe essere affiancato dai docenti di inglese e di religione, oltre che da quello di sostegno (laddove previsto).
Dal piano programmatico di interventi volti alla razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse umane e strumentali del sistema scolastico (link), che è un atto del Governo sottoposto a parere parlamentare, si evince che il maestro unico dovrà insegnare anche l’inglese poiché è previsto il taglio di 11.200 posti (4.000 già dal prossimo anno) di insegnanti specializzati in inglese.
Si legge, infatti, dal piano programmatico che l’insegnamento della lingua inglese è affidato ad un insegnante di classe opportunamente specializzato. I docenti, formati da un piano di formazione linguistica obbligatoria della durata di 150/200 ore, saranno preferibilmente impiegati, già dall’anno scolastico 2009/2010, nelle prime due classi della scuola primaria e saranno assistiti da interventi periodici di formazione.
Il piano programmatico prevede come orario “privilegiato” quello di 24 ore settimanale, resta la possibilità delle 27 e delle 30 ore, con aggiunta di altre 10 per il tempo mensa.
Nei regolamenti da emanare si terrà conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia articolazione del tempo-scuola. È con questo escamotage che il centro-destra vorrebbe giustificare la mancata riduzione del tempo pieno. Vedremo se sarà così perché a quanto pare il costo dell’orario aggiuntivo dovrebbe essere a carico della scuola, ma con quali fondi?
Attualmente l’organizzazione didattica della scuola primaria è disciplinata dagli artt. 5-8 e 13 del citato d.lgs. n. 59/2004. L’orario annuale è fissato in 891 ore (escluso il tempo mensa), comprensivo della quota riservata alle regioni e alle istituzioni scolastiche autonome, nonché all’insegnamento della religione cattolica (curricolo obbligatorio), con possibilità per le istituzioni scolastiche di organizzare, nell’ambito del Piano dell’offerta formativa (POF), tenendo conto delle prevalenti richieste della famiglie, attività e insegnamenti per ulteriori 99 ore annue (escluso il tempo mensa), la cui frequenza è opzionale e gratuita. Nel rispetto del monte ore annuale e considerato che le lezioni devono essere articolate in non meno di cinque giorni settimanali, le singole istituzioni scolastiche definiscono le modalità di svolgimento dell’orario delle attività didattiche.
L’orario obbligatorio nelle scuole medie sarà ridotto a 29 ore settimanali, rispetto alle attuali 32.
Nei licei classici, scientifici, linguistici e delle scienze umane l’orario sarà di 30 ore, mentre per quelli artistici e musicali e per gli istituti tecnici e professionali la quota massima sarà di 32 ore

I tagli delle scuole
Il piano programmatico prevede che non è possibile riconoscere l’autonomia alle istituzioni scolastiche che hanno una popolazione inferiore ai mini previsti (meno di 300 alunni, mentre attualmente nel fissare i parametri per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche, si prevede uno standard generale compreso tra i 500 e i 900 alunni) ed inoltre prevede il progressivo superamento delle attuali situazioni relative a plessi e a sezioni staccate con meno di 50 alunni (10 mila in tutta Italia). Sono 1083 i Comuni interessati, così ripartiti:
- 181 scuole fino a 15 alunni,
- 184 scuole fino a 20 alunni,
- 718 scuole fino a 50 alunni.
L’intervento deve essere realizzato con gradualità dalle Regioni e dagli enti Locali, col supporto di azioni mirate quali, ad esempio, l’attivazione di trasporti, l’adeguamento delle strutture edilizi, eccetera e provvedendo contestualmente alla realizzazione di servizi in rete.
Entro il prossimo mese di dicembre dovranno concludersi tutte le procedure per la formazione delle classi e per la determinazione dei nuovi indirizzi di studio alle superiori. Dovranno essere pronti anche i piani di dimensionamento della rete scolastica.
La legge 133/08, nonché il decreto legge 154, prevedono inoltre l’accorpamento delle istituzioni scolastiche con un numero di alunni inferiore a 500 unità.

In Sicilia le istituzioni scolastiche sottodimensionate sono circa 300.

In provincia di Agrigento si sono tre le istituzioni scolastiche sotto i 300 alunni e nello specifico il liceo scientifico E.Majorana di Lampedusa e Linosa, l’istituto comprensivo G. Garibaldi di Agrigento e la scuola media statale F.D. De Cosmi di Casteltermini.
Sono, inoltre, 22 le istituzioni scolastiche sotto i 500 alunni di cui cinque ad Agrigento, due a Bivona, Favara, Sciacca, Cammarata e Ribera, uno a Caltabellotta, San Biagio Platani, Raffadali, Porto Empedocle, Naro, Realmonte e Canicattì.
A Canicattì si tratta della scuola media statale S. Gangitano.

Le università e le fondazioni
La legge 133/08 prevede per gli atenei la possibilità e non l’obbligo di diventare fondazioni di diritto privato, con deliberazione a maggioranza assoluta del Senato accademico ed approvazione successiva dei Ministeri dell’Istruzione e dell’Economia.
Le fondazioni subentrano nel patrimonio dell’università e sono chiamate a una gestione finanziaria che assicuri l’equilibrio di bilancio.
Anche per le università sono previsti tagli al fondo di finanziamento ordinario (Ffo) e precisamente:
- 63,5 milioni di euro per il 2009,
- 190 milioni di euro per il 2010,
- 316 milioni di euro per il 2011,
- 417 milioni di euro per il 2012 e
- 455 milioni di euro per il 2013.
Le riduzioni sono un effetto del blocco del turn over stabilito dalla legge 133/08, che a partire dal 2009 vieta agli atenei di assumere personale oltre il limite del 20% dei pensionamenti dell’anno precedente.

I libri di testo
I competenti organi scolastici adottano libri di testo in relazione ai quali l'editore si è impegnato a mantenere invariato il contenuto nella scuola primaria con cadenza quinquennale (salvo l'eventualità che si renda necessaria la pubblicazione di eventuali appendici di aggiornamento, che dovranno comunque essere disponibili separatamente), a valere per il successivo quinquennio e nella scuola secondaria di primo e secondo grado ogni sei anni, a valere per i successivi 6 anni (salvo specifiche e motivate esigenze).

La valutazione del comportamento degli studenti
La valutazione del comportamento (voto di condotta), nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, a decorrere dall’anno scolastico 2008/2009 è espressa mediante l’attribuzione di un voto numerico espresso in decimi e non con un giudizio.

La valutazione del rendimento degli studenti
La valutazione del rendimento degli studenti nella scuola primaria, a partire dall’anno scolastico 2008/2009, è espressa mediante l’attribuzione di voti numerici in decimi e illustrata con giudizio analitico sul livello globale di maturazione raggiunto dall’anno.
Nella scuola primaria i docenti, con decisione assunta all’unanimità, possono non ammettere l’alunno alla classe successiva solo in casi eccezionali, comprovati da specifica motivazione.
Nella scuola secondaria di primo grado sono ammessi alla classe successiva o all'esame di Stato a conclusione del ciclo gli alunni che hanno ottenuto, con decisione assunta a maggioranza dal consiglio di classe, un voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline. L'esito dell'esame conclusivo del primo ciclo è espresso con valutazione complessiva in decimi e illustrato con una certificazione analitica dei traguardi di competenza e del livello globale di maturazione raggiunti dall'alunno. Conseguono il diploma gli studenti che ottengono una valutazione non inferiore a sei decimi.
La valutazione degli alunni diversamente abili è espressa in decimi.

La votazione sul comportamento degli studenti
La votazione del comportamento degli studenti espressa collegialmente dal consiglio di classe inferiore a sei decimi ha come conseguenza la non ammissione al successivo anno di corso o all'esame conclusivo del ciclo di studi.
Un decreto Istruzione specificherà le modalità applicative e i criteri per correlare la particolare e oggettiva gravità del comportamento al voto inferiore a sei decimi.
La disposizione si applica comunque dall'inizio dell'anno scolastico.

Il Partito Democratico ha condotto una opposizione dura e ferma sull’argomento.
Di seguito si riporta il link su un dossier scuola (link)

Qui di seguito troverete il link dell’intervento del Capogruppo al Senato Anna Finocchiario in occasione delle dichiarazioni di voto finale del Decreto Gelmini (link).

Per chi volesse ancora approfondire l’argomento si rinvia al sito del Senato della Repubblica e nello specifico al dossier di documentazione del Servizio al Bilancio (link) e del Servizio Studi (link)

Testo del decreto legge Gelmini approvato (link)

domenica 26 ottobre 2008

L’iter procedurale per l’aggiudicazione di un appalto di lavori pubblici

In uno dei procedenti post ho affrontato il caso singolare degli ultimi appalti per lavori pubblici affidati nel Comune di Campobello di Licata per sorteggio e del fatto che il ribasso dell’offerta è sempre la stesso, 7,3152%.
Ho notato che la medesima cosa succede nei due Comuni che ho attenzionato, ovvero il Comune di Naro ed il Comune di Canicattì, tale da sembrare ormai una regola generale per tutti.

Ad esempio nel Comune di Canicattì lo scorso 1 settembre sono stati aggiudicati i lavori di restauro ex convento Badia da adibire a centro studi per la salvaguardia della legalità e dal rischio derivante dalla criminalità nel Comune di Canicattì. All’appalto hanno partecipato 87 imprese e la gara è stata aggiudicata per sorteggio poiché il ribasso era 7,3152% (link).

Ad ogni modo, sono necessari i giusti approfondimenti per capire la natura di tali singolarità.
In questo post cercherò di far comprendere come viene affidato un appalto per lavori pubblici, passando all’esame di due casi concreti.

In sostanza l’appalto viene aggiudicato all’impresa che ha proposto il prezzo più basso inferiore a quello posto a base di gara al netto degli oneri per l’attuazione dei piani di sicurezza, che non sono soggetti a ribasso.
Il prezzo viene espresso in una cifra decimale di ribasso, con 4 cifre decimali.
Si escludono automaticamente le offerte di maggiore e minore ribasso.
Si procede all’aggiudicazione anche con la presenza di una sola offerta valida sempre che sia ritenuta congrua e conveniente.
In caso di offerte uguali si procede al sorteggio.
Si omette la spiegazione per le modalità di presentazione, si rinvia a tal uopo ad uno dei disciplinari di gara pubblicati nel sito web del Comune di Campobello di Licata.
Vediamo quali sono in sintesi le procedure per l’aggiudicazione dell’appalto.
1. Verificare correttezza formale delle offerte e della documentazione ed in caso negativo esclusione dalla gara;
2. Verificare che le imprese che hanno presentato le offerte non si trovino fra di loro in situazione di controllo ed in caso positivo esclusione dalla gara;
3. Verificare che i consorziati non abbiano presentato offerta in qualsiasi altra forma ed in caso positivo esclusione del consorziato dalla gara;
4. Sorteggiare un numero di offerenti non inferiori al 10% del numero delle offerte presentate per la verifica documentale della capacità economico-finanziaria e tecnico organizzativa, ed eventuale esclusione dalla gara delle imprese che non hanno prodotto entro i 10 giorni la documentazione richiesta;
5. Sorteggiare un numero intero da 11 a 40. Il numero sorteggiato costituisce la percentuale di minor ribasso da escludere; la differenza fra 50 ed il numero sorteggiato costituisce la percentuale di maggiore ribasso da escludere. Non si tengono conto delle cifre decimali. Tale procedura automatica non è esercitabile qualora il numero delle offerte valide risulti inferiori a cinque.
6. Dopo il sorteggio, aprire le buste contenenti l’offerta economica e lettura offerte anche di quelle escluse e, quindi, aggiudicazione dell’appalto all’offerta, espressa in cifre percentuali di ribasso, che risulta pari, o in mancanza che più si avvicina per difetto alla media aritmetica dei ribassi rimasti dopo l’esclusione automatica delle offerte di maggiore o minor ribasso. Ove il decremento dello scarto aritmetico fra le offerte di maggior ribasso rispetto alla media delle offerte dopo l’esclusione fittizia del numero percentuale di offerte di minore e maggiore ribasso, sorteggiato determini valori tali da non consentire l’individuazione dell’offerta cui aggiudicare la gara, potrà essere ripetuta immediatamente la procedura finalizzata alla determinazione della media di riferimento
7. Aggiudicazione della gara con indicazione del primo aggiudicatario provvisorio e del secondo e richiesta documentazione prevista dalla normativa compreso il rispetto del requisito della regolarità contributiva. Nel caso che tale verifica non dia esito positivo la commissione di gara procede ad individuare nuovi aggiudicatari provvisori oppure a dichiarare deserta la gara alla luce degli elementi economici desumibili dalla nuova eventuale aggiudicazione;
8. Stipula del contratto subordinata al positivo esito delle procedure previste dalla normativa vigente in materia di lotta alla mafia. Nello specifico viene richiesta, ai sensi del protocollo di legalità, l’informativa prefettizia del soggetto aggiudicatario.

Ora passiamo all’esame di un esempio concreto.

Appalto per i lavori di ripavimentazione del centro abitato.
Tipologia appalto: Pubblico incanto
Importo appalto: € 386.989,09 di cui € 383.119,20 a base d’asta e € 3.869,89 oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso.
Scadenza bando: 04/06/2008, ore 14:00
Apertura buste: 05/06/2008, ore 09:30
Imprese partecipanti: 190
Numerazione ordine di presentazione delle offerte dal n.1 al n.190.
Imprese sorteggiate per il controllo della documentazione: 19 ovvero il 10% dei partecipanti (2 imprese sono state escluse)
Esame documentazione, confronto con la documentazione richiesta con il disciplinare di gara ed ammissione o meno delle imprese: 173 imprese ammesse e 17 escluse. Questa procedura è durata 12 giorni
Verifica integrità busta contenente offerta economica e determinazione della media di riferimento. Nello specifico si è proceduto ad inserire in un apposito sacchetto non trasparente n.30 pedine numerate dal n.11 al n.40 e provveduto a sorteggiare un numero. Il numero sorteggiato è stato il 36 che costituisce la percentuale delle offerte di minor ribasso da escludere fittizziamente; la differenza tra 50 ed il numero sorteggiato, pari a 14, costituisce la percentuale delle offerte di maggio ribasso da escludere fittiziamente. I numeri delle offerte da escludere corrispondenti a tali percentuali sono determinati senza tener conto di eventuali cifre decimali.
Offerte di minor ribasso da escludere fittiziamente: 62 (173*36%; non si tiene conto delle cifre decimali)
Offerte di maggior ribasso da escludere fittiziamente: 24 (173*14%; non si tiene conto delle cifre decimali)
Apertura, nell’ordine di numerazione, delle buste contenenti l’offerta economica delle 17 imprese non ammesse con pubblicizzazione dei ribassi. Il ribasso è risultato il 7,3152% per 14 aziende, 7,3151% per 2 aziende e 7,3153% per un’azienda.
Apertura, nell’ordine di numerazione, delle buste contenenti l’offerta economica, lettura delle offerte economiche e aggiudicazione provvisoria a favore del concorrente la cui offerta è uguale o più si avvicina per difetto alla media aritmetica dei ribassi delle offerte rimaste dopo la procedura di esclusione fittizia delle offerte di maggiore e minore ribasso incrementata/decrementata dello scarto medio aritmetico.
Dalla lettura delle 173 offerte delle imprese ammesse si evince che:
- 4 imprese hanno proposto un ribasso di 7,3151%
- 163 imprese hanno proposto un ribasso di 7,3152%
- 3 imprese hanno proposto un ribasso di 7,3153%
- 1 impresa ha proposto un ribasso di 7,3154%
- 1 impresa ha proposto un ribasso di 7,3155%
- 1 impresa ha proposto un ribasso di 7,3163%.
Esclusione di n.62 offerte di minor ribasso, tenendo conto del’ordine di numerazione.
Esclusione di n.24 offerte di maggiore ribasso, tenendo conto del’ordine di numerazione.
Calcolo della media aritmetica delle 87 offerte rimanenti che risulta pari a 7,3152% (tutte le 87 offerte avevano lo stesso ribasso).
A questo punto la Commissione di gara ha proceduto al calcolo dello scarto medio che risulta essere pari a 0,0000. Poiché il numero sorteggiato è compreso tra 26 e 40 la media delle offerte ammesse viene decrementata dello scarto medio aritmetico pari a 0,0000. In conseguenza la percentuale di aggiudicazione risulta pari a 7,3152%.
Pertanto, atteso che le offerte uguali alla percentuale citata, rimaste in gara, sono 163 si procede al sorteggio per individuare il primo ed il secondo in graduatoria ed aggiudicare la gara. Esce il numero 96 ed 81, rispettivamente primo aggiudicatario e secondo aggiudicatario.
L’impresa prima estratta corrispondente al n. 96 ha offerto il ribasso del 7,3152% pari all’importo di € 355.093,26 inferiore a quello a base d’asta (pari ad € 383.119,20) oltre gli oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso (pari ad € 3.869,89) e per l’importo complessivo di € 358.963,15 e viene dichiarata dalla Commissione aggiudicataria dell’appalto dei lavori in oggetto. L’aggiudicazione è fatta con riserva e con l’osservanza della vigente legislazione in materia. Entro 10 giorni l’impresa è tenuta a presentare la documentazione ai fini dell’acquisizione delle informazioni di cui all’art.2 del D.lgs 8/8/1994, n.490 (informativa antimafia).
La procedura di aggiudicazione si è conclusa il 20/06/08, ovvero 16 giorni dopo l’apertura delle buste.
A quanto pare in questi giorni verranno consegnati i lavori all’impresa aggiudicataria (sono strascorsi quindi 4 mesi dall’inizio della procedura di aggiudicazione dell’appalto).
Da notare che su 190 aziende ben 177, ovvero il 93,2%, hanno presentato un’identica percentuale di ribasso il che comunque la pensiate è un dato che deve avviare una riflessione seria sull’argomento.
Link bando di gara

link verbale di gara

Link esito gara

Vi proponiamo un altro esempio di appalto di lavori pubblici nel Comune di Naro.

Appalto: Programma di restauro, valorizzazione e riutilizzo del patrimonio storico-architettonico Comunale del centro storico. Ristrutturazione ed adeguamento funzionale del complesso ex convento S. Francesco oggi Casa Municipale – Copertura, Lotto CIG-0095856EDB.
Tipologia appalto: Pubblico incanto
Importo appalto: € 770.000,00 di cui € 750.587,00 a base d’asta e € 19.413,00 oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso.
Scadenza bando: 03/03/2008, ore 12:00
Apertura buste: 04/03/2008, ore 09:00
Imprese partecipanti: 82 di cui 75 in orario e 7 oltre l’orario fissato
Numerazione ordine di presentazione delle offerte dal n.1 al n.82.
Imprese sorteggiate per il controllo della documentazione: 10
Esame documentazione, confronto con la documentazione richiesta con il disciplinare di gara ed ammissione o meno delle imprese: 54 imprese ammesse e 28 escluse di cui 7 fuori termine.
Verifica integrità busta contenente offerta economica e determinazione della media di riferimento. Sorteggio di un numero dal n.11 al n.40. Il numero sorteggiato è stato il 25 che costituisce la percentuale delle offerte di minor ribasso da escludere fittizziamente; la differenza tra 50 ed il numero sorteggiato, pari a 25, costituisce la percentuale delle offerte di maggio ribasso da escludere fittiziamente. I numeri delle offerte da escludere corrispondenti a tali percentuali sono determinati senza tener conto di eventuali cifre decimali.
Offerte di minor ribasso da escludere fittiziamente: 13 (54*25%; non si tiene conto delle cifre decimali)
Offerte di maggior ribasso da escludere fittiziamente: 13 (54*25%; non si tiene conto delle cifre decimali)
Apertura, nell’ordine di numerazione, delle buste contenenti l’offerta economica delle 21 imprese non ammesse con pubblicizzazione dei ribassi. Il ribasso è risultato il 7,3151% per 7 aziende, 7,1111% per 1 azienda, 7,3152% per 5 aziende, 23,3257% per 1 azienda, 7,4151 per 1 azienda, 7,3129 per 1 azienda, 7,2796 per 1 azienda, 7,3296 per 1 azienda, 7,3150% per 1 azienda, 7,2843% per 1 azienda, 6,3860% per 1 azienda.
Dalla lettura delle 54 offerte delle imprese ammesse si evince che:
- 1 impresa ha proposto un ribasso di 8,2911%
- 1 impresa ha proposto un ribasso di 8,0071%
- 1 impresa ha proposto un ribasso di 7,7303%
- 1 impresa ha proposto un ribasso di 7,6840%
- 1 impresa ha proposto un ribasso di 7,4545%
- 1 impresa ha proposto un ribasso di 7,4049%
- 1 impresa ha proposto un ribasso di 7,3453%
- 1 impresa ha proposto un ribasso di 7,3396%
- 1 impresa ha proposto un ribasso di 7,3333%
- 1 impresa ha proposto un ribasso di 7,3303%
- 1 impresa ha proposto un ribasso di 7,3201%
- 1 impresa ha proposto un ribasso di 7,3158%
- 2 imprese hanno proposto un ribasso di 7,3153%
- 19 imprese hanno proposto un ribasso di 7,3152%
- 13 imprese hanno proposto un ribasso di 7,3151%
- 1 impresa ha proposto un ribasso di 7,3112%
- 1 impresa ha proposto un ribasso di 7,2885%
- 1 impresa ha proposto un ribasso di 6,9006%
- 1 impresa ha proposto un ribasso di 6,8166%
- 1 impresa ha proposto un ribasso di 6,6002%
- 1 impresa ha proposto un ribasso di 6,4278%
- 1 impresa ha proposto un ribasso di 6,3131%
- 1 impresa ha proposto un ribasso di 2,6000%.
Esclusione di n.13 offerte di minor ribasso, tenendo conto del’ordine di numerazione.
Esclusione di n.13 offerte di maggiore ribasso, tenendo conto del’ordine di numerazione.
Calcolo della media aritmetica delle 28 offerte rimanenti che risulta pari a 7,31518% , che si assume pari a 7,3152 essendo la quinta cifra decimale superiore a cinque (19 offerte avevano lo stesso ribasso).
Ai sensi dell’art..21 comma 1 bis 2 essendo il numero sorteggiato pari a 25 non si procede alla determinazione dello scarto aritmetico, e si procede alla aggiudicazione in favore dell’offerta che eguaglia o si avvicina per difetto alla media anzidetta.
I ribassi che eguagliano o si avvicinano alla media sono stati formulati da 19 ditte.
Con il sorteggio, si estrae il primo e il secondo numero, che rappresenta il primo ed il secondo aggiudicatario, ambedue i ribassi sono pari a 7,3152%.
L’impresa prima estratta ha offerto il ribasso del 7,3152% pari all’importo di € 695.680,06 inferiore a quello a base d’asta oltre gli oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso (pari ad € 19.413,00) e per l’importo complessivo di € 715.093,06 e viene dichiarata dalla Commissione aggiudicataria dell’appalto dei lavori in oggetto. L’aggiudicazione è fatta con riserva e con l’osservanza della vigente legislazione in materia. Entro 10 giorni l’impresa è tenuta a presentare la documentazione ai fini dell’acquisizione delle informazioni di cui all’art.2 del D.lgs 8/8/1994, n.490 (informativa antimafia).
La procedura di aggiudicazione si è conclusa lo stesso giorno dell’apertura delle buste.
Da notare che rispetto alla procedura adottata a Campobello sono state valutate tutte le offerte, non aspettando i 10 giorni per la verifica documentale delle 10 aziende soggetto a controllo documentale.
Anche in questo caso l’appalto è stato aggiudicato a sorteggio con il medesimo ribasso, 7,3152%.
Da notare che su 75 aziende 24, ovvero il 32%, hanno presentato un’identica percentuale di ribasso.
Link verbale gara

venerdì 24 ottobre 2008

Il federalismo fiscale

In questi mesi si è parlato tantissimo di federalismo fiscale.
Esiste una proposta del Governo Nazionale.
Mi riprometto di ritornarci quando avrò le idee più chiare.
Per adesso mi limito a segnalarVi un seminario che si è tenuto presso il gruppo del Partito Democratico alla Camera dei Deputati a cui ha partecipato come relatore anche il Professore Lauricella di Ravanusa.
Di seguito troverete il link dove è possibile consultare i video dei relatori, le relazioni ed altri documenti.

Per chi vuole vi segnalo i links diretti

Relazione del Professore Lauricella (link)

Video della relazione del Professore Lauricella (link)

Aggiunta del 28/10/2008
Vi segnalo le proposte del PD per migliorare l'efficacia del sistema pubblico e per attuare il federalismo fiscale link

giovedì 23 ottobre 2008

I presìdi Slow Food

Da oggi e fino al 27 ottobre a Torino si terrà il Salone Internazionale del Gusto, edizione 2008, manifestazione fieristica a cadenza biennale, organizzata da Slow Food, Regione Piemonte e Città di Torino.

La manifestazione fieristica è un appuntamento importante per chi vuole conoscere il mondo dell’enogastronomia, diventata nel tempo la mostra-mercato mondiale del cibo di qualità.

I prodotti esposti esaltano i sapori e le tradizioni, rappresentando uno straordinario esempio di patrimonio storico-ambientale nel campo dell’alimentazione.

La produzione è principalmente artigianale e su piccola scala.

Tra i produttori anche un campobellese, il nostro coordinatore cittadino Giacomo Gatì, con i suoi formaggi di alta qualità fatti con latte di capra girgentana, responsabile, insieme ad un’altra persona, del presìdio Slow Food della capra girgentana, capra dalle lunghissime corna a spirale, di taglia media con pelo lungo, folto e bianco (talvolta maculato), sul mento ha una barbetta e, sulla fronte, un ciuffo folto.

Un esempio positivo di come si possa valorizzare un prodotto di nicchia.

Ma vediamo cosa sono i presìdi Slow Food, quanti ne esistono in Sicilia e nel nostro circondario, e quale è il potenziale di sviluppo.

I presìdi Slow Food, che sono 177 in Italia e 121 in altri 46 Paesi del mondo, coinvolgono oltre 10 mila piccoli produttori: contadini, pescatori, pastori, fornai, pasticceri, eccetera.

I presìdi costituiscono un modello alternativo di sviluppo, basato sulla qualità, sul recupero delle tradizioni, sul rispetto delle stagioni e sul benessere animale.

I presìdi sono promossi e coordinati dalla Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus.

I prodotti dei presìdi riportano in etichetta o sulle confezioni il contrassegno “Presidio Slow Food”, ciò garantisce la sottoscrizione da parte dei produttori di un disciplinare di produzione improntato al rispetto della tradizione e della sostenibilità ambientale.

I produttori dei Presìdi impiegano nelle loro confezioni, etichette e brochure informative, materiali ecologici quali carte riciclate, vetro, legno o comunque materiali che consentono possibilità di recupero e imballi minimali.

In Sicilia i presìdi slow food sono 29, regione con il maggior numero di presìdi tutelati dal marchio slow food, ed hanno un valore, secondo le stime dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura, che supera i quattro milioni di euro e contano oltre 200 produttori, 29 prodotti e una superficie di quasi 500 ettari dedicata solo all’ortofrutta.
Il potenziale economico potrebbe superare i 24 milioni di euro, secondo le stime dell'Assessorato.

Tra i presìdi siciliani l’aglio rosso di Nùbia, l’ape nera sicula, l’asino ragusano, il cappero di Salina, la capra girgentana, la cipolla di Giarratana, la Cuddriredda di Delia, il fagiolo Badda di Polizzi Generosa, la fava larga di Leonforte, la lenticchia di Ustica, il limone Interdonato, il maiorchino, il mandarino tardivo di Ciaculli, le mandorle di Noto, la manna delle madonie, la masculina da magghia, il melone pucerddu d’Alcamo, l’oliva minuta, il pane nero di Castelvetrano, il pane tradizionale di Lentini, le pesche tardive di Leonforte, il pistacchio di Bronte, la provola dei nebrodi, il ragusano di razza modicana, il sale marino artigianale di Trapani, il suino nero dei nebrodi, la vasteda del Belìce.

Per quanto riguarda la capra girgentana i produttori attuali sono sei ed allevano 320 capi con un valore economico attuale di 100 mila euro. Le previsioni sono di aumentare i produttori a nove, i capi a 500, ed il valore economico a 160 mila euro.

L’altro presìdio prossimo al nostro territorio è quello della cuddriredda di Delia, dove esistono due produttori locali che lavorano un quantitativo di 86 quintali per un valore economico di 138 mila euro. La previsione è quella che i produttori aumentino a tre, per una produzione di 125 quintali ed un valore economico di 200 mila euro. La cuddriredda è un dolce, rotolino di pasta dalla complicata forma a corona, preparata con farina di grano duro, uova fresche, zucchero, un poco di strutto, vino rosso, cannella e scorzette di arancio.

La provincia di Agrigento interessa che altri due presìdi, quello dell’ape nera sicula, un’ape scurissima che si differenza dalla comune Apis mellifica ligustica per il colore scuro e le ali più piccole, molto produttiva e lavora a anche a temperature elevate, quando le altre api di bloccano, sopportando bene gli sbalzi di temperatura, mentre l’altro presìdio è quello della vastedda del Belìce, unico formaggio di pecora a pasta filata, da consumare freschissimo, straordinario per fragranza, suadenza e intensità gustativa. Questo presìdio interessa la Valle del Belice ed interessa anche le province di Trapani e Palermo.
Per approfondimenti si rinvia al sito web della fondazione slow food (link) o al sito web dei presìdi Slow Food (link)

Presìdio Capra girgentana (link)

Presìdio Cuddriredda di Delia (link)

mercoledì 22 ottobre 2008

Ma quanti sono gli stranieri in Provincia di Agrigento?

La notizia del pestaggio del cittadino rumeno, a cui va la mia solidarietà, da parte di alcuni ragazzi canicattinesi mi dà la possibilità di analizzare i dati relativi agli stranieri presenti nella Provincia di Agrigento.
A tal fine è necessario utilizzare i dati che l’ISTAT rende disponibili, dati che si riferiscono alla popolazione straniera residente nei Comuni Agrigentini e non purtroppo a quella presente (non si hanno statistiche ufficiali così dettagliate).
Secondo i dati ISTAT, al 31/03/2008 i cittadini residenti risultano pari a 7.150 ovvero l’1,6% della popolazione residente complessiva.
Il 48% di questi stranieri risiede in tre Comuni, ovvero Agrigento (1.654 pari al 23,1%), Canicattì (997 pari al 13,9%) e Licata (792 pari all’11,1%).


La comunità più numerosa è quella rumena con 2516 residenti, segue la comunità marocchina con 1218 residenti e tunisina con 819 residenti. La comunità cinese si colloca al quarto posto con 427 residenti.

Nel Comune di Campobello di Licata risultano registrati il 3,2% dei residenti stranieri della provincia di Agrigento, ovvero 232 residenti stranieri di cui 110 maschi e 122 femmine. I minorenni sono 21. Le famiglie almeno con uno straniero sono 136, quelle con capofamiglia straniero sono 95. Gli stranieri incidono per il 2,2% rispetto alla popolazione complessiva. Suddividendo i dati per cittadinanza si evince che il primo posto spetta alla Romania con 153 residenti, seguono a lunghissima distanza Germania e Ucraina con 14 residenti, la Cina con 10 residenti, il Marocco con 7 residenti e così via.

Nel Comune di Canicattì risultano 997 residenti, di cui 471 maschi e 526 femmine. I minorenni sono 152. Le famiglie almeno con uno straniero sono 624, quelle con capofamiglia straniero sono 492. Gli stranieri incidono per il 2,9% rispetto alla popolazione complessiva. Il dato si presenta il più elevato tra i Comuni della Provincia di Agrigento. Anche in questo caso è la comunità rumena quella più numerosa con 586 residenti, segue a lunghissima distanza quella tunisina con 113 residenti e polacca con 62 residenti.

È di tutta evidenza che i dati si riferiscono solo ai residenti perché gli stranieri presenti sono molti di più.
Alcuni, infatti, stimano che la comunità rumena sia pari a 5 mila unità solo nel Comune di Canicattì, dato dieci volte superiore a quello dei residenti.

Per chi volesse approfondire i dati si rinvia al seguente link:

All’inizio del paragrafo ho scritto che non si hanno statistiche ufficiali così dettagliate sugli stranieri presenti in Provincia di Agrigento.
A livello nazionale ogni anno la CARITAS MIGRANTES pubblica un rapporto, l’ultimo è il 17° rapporto, dossier statistico 2007.
Dal rapporto si evince che a fronte di una popolazione residente straniera pari al 31/12/2006 a 2,9 milioni quella relativa ai soggiornanti regolari (persone che, pur autorizzate a restare in Italia, o non sono interessati a registrarsi perché venuti per brevi periodi, o sono impossibilitati a farlo perché in situazione precaria quanto all’alloggio) è pari a 3,7 milioni.
In Sicilia a fronte di 78 residenti stranieri, quelli soggiornanti regolari sono pari a 107 mila.
Secondo questo rapporto la comunità straniera stimata più numerosa è quella rumena con quasi 556 mila unità, ovvero il 15,1% della popolazione straniera, segue la comunità marocchina con 287 mila unità e la comunità albanese con 381 mila unità.
Per approfondimenti si rinvia al seguente link:
Per ulteriori approfondimenti si rinvia al 1° rapporto sugli immigrati in Italia (Dicembre 2007) del Ministero dell’Interno - link

P.S. Il dato della figura si riferisce al 31/03/2008 e non al 31/12/2007 come riportato erroneamente

domenica 19 ottobre 2008

E si continua ancora a scendere

Nello scorso mese di luglio ho pubblicato un post (link) dal titolo "quota 10.312", ovvero la popolazione residente al 31/12/2007 a Campobello di Licata.
Qualche giorno fa l’Istat ha pubblicato l’aggiornamento fino al mese di Marzo di quest’anno.
Sulla base dei dati pubblicati si evince la continua discesa della popolazione nel nostro Comune, che a fine marzo si è attestata su 10.289 unità, con una diminuzione di 23 unità rispetto al 31/12/2007, contro una leggera crescita in Sicilia (+193 unità) ed in Italia (+96.337).
In provincia di Agrigento si registra un calo della popolazione, -342 unità rispetto al 31/12/2007.
Nei paesi limitrofi la popolazione residente è diminuita, tranne nel Comune di Canicattì dove si registrano 142 residenti in più.

L’Istat rende pubblici i dati mensili fin dal mese di gennaio dell’anno 2003 per cui è possibile fare un raffronto omogeneo con gli altri Comuni.
Per fare ciò utilizzeremo i numeri indici (vedi grafici 1 e 2), ovvero poniamo uguale a 100 la popolazione residente nel mese di gennaio dell’anno 2003, per ogni Comune.
Rispetto al mese di gennaio del 2003 a Campobello di Licata la popolazione residente è diminuita del 5,7%, di contro è aumentata quella provinciale dell’1%, quella regionale dell’1,1% e quella nazionale del 4,1%. Nel Comune di Canicattì la popolazione è aumentata dell’8,8%, mentre nei Comuni di Ravanusa e Naro la popolazione è diminuita rispettivamente del 6,4% e del 4%.



Se ci limitiamo ad analizzare solo i dati della popolazione e dell’evoluzione del saldo naturale (nati-morti) si evidenzia che il dato negativo del Comune di Campobello di Licata è influenzato dal saldo migratorio; infatti la popolazione, tenendo conto solo il saldo naturale, è diminuita solo dello 0,6%, nel periodo 01/2003-03/2008, percentuale che sale al -5,7% tenendo conto anche del saldo migratorio. In sostanza molti residenti hanno abbandonato Campobello, nonostante qualche straniero in più.



In Italia invece il saldo migratorio ha inciso positivamente; infatti la popolazione, tenendo conto solo del saldo naturale, è diminuita dello 0,1%, mentre con il saldo migratorio la popolazione è aumentata complessivamente del 4,1%. In questo caso il dato è stato influenzato dalla regolarizzazione degli stranieri.
Anche nel Comune di Canicattì il saldo migratorio ha inciso positivamente; infatti la popolazione, tenendo conto solo del saldo naturale, è aumentato dell’1,1%, percentuale che sale all’8,8% considerando anche il saldo migratorio, influenzato maggiormente dalla comunità rumena.
Sia in provincia di Agrigento che in Sicilia la popolazione, tenendo conto del saldo naturale, è rimasta quasi immutata, mentre è aumentata di un punto percentuale tenendo conto del saldo migratorio positivo.
Per approfondimenti si rinvia al sito web dell’istat: http://demo.istat.it/

lunedì 13 ottobre 2008

In modo chiaro e netto, senza infingimenti ed ambiguità



Ieri sera si è tenuta, presso il ristorante "La Balera", la prima assemblea pubblica del circolo territoriale del partito Democratico di Campobello di Licata, dopo le primarie del 21 settembre scorso.
Erano presenti: l'On.le Di Benedetto, l'On.le Capodicasa, il coordinatore provinciale del PD Messana, il Professore Lauricella ed il Senatore Lumia, Presidente dell'Assemblea Regionale del PD Sicilia.
I lavori sono stati moderati da Erminia Terranova.
Durante i lavori sono state proiettate le tappe che hanno preceduto la costituzione del circolo territoriale.

Nella sua introduzione il coordinatore cittadino Gatì si è soffermato su vari argomenti, primo fra tutti la straordinaria partecipazione alle primarie ed a seguire i gruppi di lavoro ed il tesseramento.
Negli altri interventi si è parlato del taglio delle risorse per le infrastrutture alla Sicilia, dei provvedimenti sulla scuola, del taglio dei posti letto previsti dal piano regionale sanitario, della crisi finanziaria mondiale, del ruolo dell'opposizione e dell’iniziativa di Comiso per la difesa dell’intitolazione dell’aeroporto a Pio La Torre, a cui ha partecipato anche una delegazione del nostro circolo.
Sono anche intervenuti alcuni componenti del partito locale, quale i due Angelo La Greca, Luigi Bonetta e Domenico Tascarella.
Naturalmente è stata affrontata la questione locale, con l’avvio del circolo territoriale del PD, la costituzione dei gruppi di lavoro che dovranno redigere un programma da presentare alla Città entro il mese di Dicembre e con l’avvio del tesseramento che verrà unicamente presso la nuova sede del PD in Via Vittorio Emanuele, n.112, di fronte la Chiesa Madre.
Tra i tanti interventi si segnala quello del Senatore Lumia che ha esplicitato “in modo chiaro e netto, senza infingimenti ed ambiguità” che “bisogna creare una netta discontinuità, chiara, pulita, alla luce del sole, con Gueli e con il suo metodo di gestione della politica della cosa pubblica”.
Eccovi uno stralcio del suo intervento:


Nel corso della giornata verranno inseriti altri stralci di interventi.

Sintesi dell'intervento del Professore Lauricella


Sintesi dell'intervento del Senatore Lumia
Prima parte


Seconda parte

giovedì 9 ottobre 2008

Terza riunione del coordinamento del circolo territoriale del PD di Campobello di Licata


Ieri sera si è riunito nella nuova sede, in Via Vittorio Emanuale, n.112, di fronte la Chiesa Madre, il coordinamento del circolo territoriale del PD di Campobello di Licata.

Sono state affrontati alcuni argomenti, come quello dell'organizzazione della Manifestazione del PD Sicilia a Comiso, per il prossimo 11 ottobre, in difesa dell'intitolazione del locale aeroporto a Pio La Torre oppure come la manifestazione pubblica che il PD di Campobello di Licata ha organizzato per il prossimo 12 ottobre alle ore 17:30 presso il ristorante "La Balera", di fronte distributore Q8, uscita per Licata.

In quell'occasione ringrazieremo gli elettori delle primarie del 21 settembre, avvieremo la campagna tesseramento e raccoglieremo le firme per l'iniziativa nazionale "SALVA L'ITALIA".

Ha assicurato la presenza il Senatore Giuseppe Lumia, Presidente dell'Assemblea Regionale del PD Sicilia, nonché altri dirigenti del partito.
Infine è stato fatto un resoconto del coordinamento provinciale tenutosi Sabato scorso e sono stati affrontati altri argomenti locali.

Da notare che da quando è nato il circolo del PD anche gli altri partiti si stanno muovendo.

Ad esempio anche il partito MPA sta procedendo alla costituzione dei gruppi di lavoro.

La cosa, naturalmente, ci fa piacere perché si rimette in movimento un'intera comunità.



martedì 7 ottobre 2008

Manifestazione nazionale "contro le mafie, per lo sviluppo e la democrazia"



Il Centro Pio La Torre ha organizzato per il prossimo 11 ottobre, alle ore 16:30, una manifestazione a Comiso "contro le mafie, per lo sviluppo e la democrazia".
L'iniziativa ha lo scopo di impedire all'Amministrazione Comunale, guidata da un Sindaco del partito di Alleanza Nazionale, di eliminare l'intitolazione dell'aeroporto civile a Pio La Torre, simbolo contro la mafia e per la pace, per ripristinare il vecchio nome del generale "Magliocco".
Anche il Partito Democratico ha aderito all'iniziativa e parteciperà con tutto il suo gruppo dirigente compreso il nostro segretario nazionale On.le Veltroni.
In tutta la Sicilia si stanno organizzando dei pullman, uno partirà da Canicattì.
Anche noi come circolo territoriale saremo presenti.
Per chi volesse aderire all'iniziativa contatti il mio numero di telefonino: 338/4943186.
Si rinvia al link del Centro Pio La Torre per gli approfondimenti.

domenica 5 ottobre 2008

Riunione del coordinamento provinciale del PD

Ieri pomeriggio si è riunito il coordinamento provinciale del PD, di cui faccio parte, allargato ai coordinatori dei circoli territoriali.
Abbiamo, dunque, ripreso l'attività politica dopo i mesi estivi.
In sintesi si è deciso:
- di definire meglio l'organigramma del partito, con una commissione ristretta rispetto al coordinamento e con un esecutivo che possa affrontare le tante tematiche che interessano il territorio provinciale;
- di partecipare alle due manifestazioni organizzate dal partito. La prima giorno 11 ottobre a Comiso, per difendere l'intitolazione dell'aeroporto di Comiso alla figura di Pio La Torre, a cui parteciperà il segretario nazionale Veltroni. A tal fine verranno organizzati alcuni autobus (zona montagna, Sciacca, Agrigento, Canicattì). La seconda giorno 25 ottobre a Roma per la grande manifestazione nazionale dal nome "SALVA L'ITALIA". Verranno organizzati due treni speciali da Palermo e Siracusa. Chiunque fosse interessato può contattare il circolo territoriale di Campobello di Licata;
- di nominare al più presto l'organo di garanzia provinciale per il tesseramento. Si è sottolineato che il tesseramento non è più l'elemento totalizzante del partito, ovvero non conta avere la maggioranza di tessere per governare il partito. Si terrà conto, infatti, dei voti conseguiti dal Partito alle ultime elezioni politiche e poi verrà fatta una distinzione tra iscritto al partito ed elettore. Il primo è quello che partecipa alla vita di partito. Il secondo vota solo in occasioni importanti, quali ad esempio l'elezione del coordinatore.
Il sottoscritto è intervenuto insieme al neo coordinatore cittadino di Campobello di Licata, Giacomo Gatì.
Abbiamo spiegato ai presenti tutto l'iter per la costruzione del partito a Campobello di Licata, sottolineandone gli aspetti innovativi e di democrazia per l'elezione diretta del coordinatore.
Il sottoscritto ha anche rassegnato al coordinamento provinciale un documento in cui si ricostruiscono tutti gli eventi, degli ultimi tre mesi, che hanno preceduto la costituzione del circolo territoriale (comunicati stampa, lettere aperte, volantini, eccetera).
Abbiamo ricevuto molti complimenti per l'iniziativa intrapresa.
Abbiamo chiesto al partito provinciale di essere vicino al circolo locale anche perché, definita l'organizzazione del partito, dobbiamo occuparci dei problemi della gente e creare una proposta politico-programmatica per il futuro della Comunità di Campobello di Licata, atteso che il prossimo anno finalmente ritorneremo al voto.

sabato 4 ottobre 2008

Seconda riunione del coordinamento del circolo territoriale del PD di Campobello di Licata

Ieri sera si riunito per la seconda volta il coordinamento del circolo territoriale del Partito Democratico di Campobello di Licata.
Sono state assunte importanti decisioni, eccole in sintesi:
- individuazione della sede in Via Vittorio Emanuele, di fronte la Chiesa Madre. Tale sede è da ritenersi provvisoria poiché vi sono diverse proposte da valutare;
- istituzione di sei gruppi di lavoro tematici con lo scopo di coinvolgere tutti coloro che hanno voglia di contribuire alla redazione del programma del partito. I settori individuati sono:
o Politiche giovanili, tempo libero e sport;
o Politiche ambientali;
o Politiche di bilancio, infrastrutture e sviluppo economico;
o Politiche sociali;
o Politiche culturali e Pubblica Istruzione;
o Legalità.
- nomina del responsabile dei gruppi di lavoro nella persona di Angela La Greca (idraulico);
- organizzazione della manifestazione pubblica per il prossimo 12 ottobre alle ore 17:30 a cui parteciperà il Senatore Giuseppe Lumia, Presidente dell’Assemblea Regionale del Partito Democratico ed il coordinatore provinciale del PD.
In quella sede si avvierà ufficialmente la campagna per il tesseramento e si affronteranno i temi della prossima manifestazione nazionale dal titolo “SALVA L’ITALIA”.

giovedì 2 ottobre 2008

Le Zone Franche Urbane (ZFU)

Molti si chiederanno che cosa siano le Zone Franche Urbane (ZFU).
Ebbene le ZFU, nate con il Governo Prodi sulla scia di un’esperienza analoga in Francia, sono aree infra-comunali dove si concentrano programmi specifici di defiscalizzazione per la creazione di piccole e micro imprese, con lo scopo di favorire lo sviluppo economico e sociale di quartieri ed aree urbane, localizzate in città dell’intero territorio nazionale, caratterizzate da disagio sociale, economico e occupazionale, e con potenzialità di sviluppo inespresse.
Le forme di agevolazioni (è stato previsto dalla legge finanziaria 2007 uno stanziamento di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009, confermato dalla finanziaria 2008) consistono nell’esenzione dalle imposte sui redditi per 5 anni, dall’esenzione dell’IRAP, dall’esenzione dall’ICI e dall’esonero dal versamento dei contributi previdenziali.
Le aree-bersaglio (circoscrizione, quartiere, unità urbane altrimenti individuate) si individuano sulla base di alcuni indicatori, ovvero una dimensione demografica minima di 7.500 abitanti ed una massima di 30 mila abitanti, la popolazione residente nelle aree interessate dalle agevolazioni previste dalle ZFU non dovrà superare il 30% del totale della popolazione residente del Comune ed infine il tasso di disoccupazione nelle aree proposte come ZFU dovrà essere superiore alla media comunale.
Non tutti i comuni possono costituire le ZFU, ma solo quelli di dimensione demografica minima di 25 mila abitanti e dove il tasso di disoccupazione comunale è superiore alla media nazionale per l’anno 2005.
È stato già previsto un primo bando di applicazione dello strumento dove i Comuni con le caratteristiche sopra descritte hanno presentato le proposte di individuazione delle ZFU alle Regioni, che a loro volta, dopo aver raccolto e valutato le proposte, hanno trasmesso le proposte ammissibili al Ministero per lo Sviluppo Economico per la valutazione finale.
In questa prima fase le ZFU da individuare non dovevano superare le 18 unità, da distribuire sul territorio in modo che in nessuna Regione si possano avere di norma più di tre ZFU per Regione.
Le prime ZFU sono state individuate sulla base di un indice di disagio socio-economico (IDS) finalizzato a misurare il livello di esclusione sociale nelle predette aree, integrato con le priorità regionali. Tale indice è ottenuto dalla combinazione di quattro indicatori di esclusione socio-economica calcolati per le sezioni censuarie interessate. Tali indicatori sono il tasso di disoccupazione, il tasso di occupazione, il tasso di concentrazione giovanile ed il tasso di scolarizzazione.
Alcuni giorni fa si è conclusa la fase di valutazione dei progetti, che ora devono essere proposti al CIPE per l’approvazione e notificate alla Commissione Europea, per cui possiamo vedere quali sono stati i territori finanziati e soprattutto se sono state finanziate ZFU in provincia di Agrigento.
Prima di passare all’analisi è opportuno indicare quali erano i Comuni che potevano partecipare al bando, limitandoci a quelli della nostra provincia. Nello specifico si tratta dei Comuni di Agrigento, Canicattì, Favara, Licata, Sciacca; complessivamente 43 Comuni in Sicilia.
Complessivamente sono state presentate in Sicilia 17 proposte (Aci Catena, Acireale, Augusta, Bagheria, Barcellona, Caltagirone, Castelvetrano, Catania, Erice, Favara, Gela, Giarre, Messina, Partinico, Sciacca, Termini Imerese, Trapani), solo due, dunque, della provincia di Agrigento.
Dopo una prima fase valutativa, sono state escluse le città di Bagheria, Favara e Partinico (la popolazione residente nella ZFU è risultata superiore del 30% del totale popolazione residente nel Comune), e successivamente Augusta e Caltagirone (il tasso di disoccupazione nella ZFU è risultato inferiore rispetto a quello comunale).
La Regione Sicilia nel processo di valutazione ha tenuto conto oltre all’indice di disagio economico sociale anche ad altri aspetti quali la motivazione progettuale, l’aspetto gestionale e l’integrazione con altri programmi ed alla fine ha trasmesso al Ministero 12 proposte, nell’ordine Catania, Gela, Erice, Termini Imerese, Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Acicatena, Castelvetrano, Trapani, Acireale, Giarre e Sciacca.
L’unica proposta progettuale della Provincia di Agrigento trasmessa al Ministero è risultata quella della città di Sciacca, ultima per punteggio conseguito.
Complessivamente a livello nazionale le proposte presentate al Ministero sono risultate 64, quelle provenienti dalla Sicilia 12.
A seguito del processo di valutazione il Gruppo Tecnico di valutazione ha individuato le prime 18 ZFU (nell’ordine Catania, Torre Annunziata, Napoli, Taranto, Cagliari, Gela, Mondragone, Andria, Crotone, Erice, Iglesias, Quartu Sant’Elena, Rossano, Lecce, Lamezia Terme, Campobasso, Velletri, Sora), attraverso l’applicazione automatica e oggettiva delle norme e prerogative che hanno regolato il processo di selezione, a cui ha aggiunto altre 4 ZFU (Pescara, Ventimiglia, Massa-Carrara, Matera) per garantire la localizzazione di almeno una esperienza di ZFU in ciascun territorio regionale in cui sono state presentate proposte.
Queste ZFU verranno proposte al CIPE per l’approvazione.
In Sicilia sono state approvate tre proposte, Catania (1^ posizione), Gela (6^ posizione) e Erice (10^ posizione), nessuna in provincia di Agrigento.
Per chi volesse approfondire l’argomento si rinvia al sito del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo del Ministero dello Sviluppo Economico (link).