venerdì 4 luglio 2008

Analisi del voto delle elezioni provinciali di Agrigento del 2008

Per oggi pomeriggio era stata convocata la riunione del coordinamento provinciale per analizzare il voto delle elezioni provinciali di Agrigento.
La riunione è stata rinviata al 14 lugio c.a.
In occasione di questa riunione avevo deciso, in quanto componente, di preparare un documento basato esclusivamente sui dati numerici.
Mi sembra opportuno a questo punto metterlo a disposizione a tutti coloro che sono interessati all'analisi del voto ed al dibattito sul futuro del PD in provincia di Agrigento.
In fondo al documento c'è il link alle tabelle che accompagnano la relazione.
Nel documento troverete gli elementi che a prima vista emergono da questi dati.
Vi invito a segnalarmi altre sfumature non colte nella mia relazione.

Analisi del voto delle elezioni Provinciali 2008
Premessa
La presente relazione, da considerarsi ancora provvisoria, ha come scopo quello di analizzare in maniera asettica i dati numerici del voto delle elezioni provinciali del 2008, facendo un confronto con quello delle ultime elezioni regionali e nazionali, non dimenticando le specificità di ogni appuntamento elettorale.
Non viene preso in considerazione, dunque, l’aspetto sociologico del voto e quindi manca ad esempio un approfondimento sulla rappresentanza delle classi sociali, sulla capacità o incapacità delle forze politiche di rappresentare il proprio territorio nei diversi ambiti, economico, sociale e culturale.
Un approfondimento è rivolto al voto conseguito dal Partito Democratico. Anche in questo caso ho preferito non inserire nella presente relazione le mie considerazioni personali e politiche sull’andamento del partito e sul suo profilo attuale.
Al fine rendere più scorrevole la relazione ho preferito inserire le tabelle nell’appendice.

Sintesi
Dall’analisi dei dati delle elezioni provinciali e dal confronto con quelli delle elezioni regionali e nazionali sono emerse le seguenti indicazioni:
-­ nelle elezioni provinciali del 2008 si sono recati alle urne 246 mila agrigentini per una percentuale del 52% del corpo elettorale, in calo rispetto le elezioni regionali (20 mila) e nazionali (19 mila) e soprattutto rispetto alle elezioni provincia del 2003 (-8% e 30 mila elettori). Il calo dei votanti si è concentrato per la metà nel collegio di Agrigento, mentre il collegio di Licata ha registrato un aumento dei votanti di 3 mila unità, anche grazie alle comunali di Licata, Ravanusa e Camastra;
­- il centro-destra, su 221 mila voti validi, ha raggiunto una percentuale del 76,7%, con punte nel collegio di Canicattì (79,5%), guadagnando 15,2 punti percentuali rispetto alle elezioni provinciali del 2003. Rispetto le elezioni regionali, nonostante il calo dei votanti (-17 mila voti), la coalizione guidata da Eugenio D’Orsi ha guadagnato 8500 voti e 9 punti percentuali, mentre la coalizione del centro-sinistra nella sua interezza ha perso 25 mila voti, per cui anche a voler attribuire tutto l’astensionismo al centro-sinistra, comunque c’è stata una perdita di 8 mila voti a favore del centro-destra. Il centro-destra guadagna questi voti nel collegio di Licata (+2500), nel collegio di Sciacca (+7600) ed in quello di Canicattì (+400 voti). L’unico collegio dove il centro-destra ha perso voti è risultato quello di Agrigento con -2 mila voti. Il centro-sinistra nella sua totalità perde i voti in tutti i collegi, ovvero nel collegio di Sciacca (-10.874), nel collegio di Canicattì (-6.460), nel collegio di Agrigento (-5.918) e nel collegio di Licata (-1.599)
­- il 1° partito è il PDL con il 21,8%, con punte del 28,5% nel collegio di Licata, che con l’aggiunta di Alleanza Azzurra, lista riconducibile al PDL, si attesta su una percentuale del 35,3% con punte del 44,8% nel collegio di Licata. Il PD si attesta sul 14,5%, con punte del 16,3% nel collegio di Sciacca e le liste riconducibili alla sinistra radicale si attestano sul 6,7%, con punte del 9% nel collegio di Sciacca.
­- i voti validi sul Presidente della Provincia sono risultati pari a 226 mila contro i 221 mila voti per le liste. Il 68% dei voti sono andati al candidato del centro-destra, Eugenio D’Orsi, con punte oltre il 70% in due collegi, Licata con il 72% e Canicattì con il 70,5%. La percentuale più bassa è stata ottenuta ad Agrigento con il 60%. Complessivamente i tre candidati del centrosinistra hanno accumulato quasi 68 mila voti per una percentuale del 30,4%, oltre 14 mila voti in meno rispetto ai voti conseguiti dalla Finocchiaro nelle elezioni regionali di quest’anno, mentre il calo percentuale è stato del 3,3%. Il candidato del centro-destra ha superato il 50%- dei voti in quasi tutti i Comuni, tranne il capoluogo; la percentuale più alta è stata ottenuta nel Comune di Lampedusa e Linosa con l’85%, quella più bassa nel Comune di Agrigento con il 48,9%. Il confronto tra il candidato ufficiale del PD e quello Finocchiaro assume valori drammatici, con quasi 50 mila preferenze in meno. Arnone ha superato Vivacqua in alcuni Comuni come il Capoluogo di Provincia con oltre mille voti di distacco (5.165 contro 3.809 voti), Aragona, Cianciana, Porto Empedocle, Racalmuto, San Biagio Platani, Sant’Angelo Muxaro, mentre è arrivato quasi agli stessi voti di Vivacqua nei Comuni di Canicattì, Campobello di Licata, Joppolo Giancaxio, Ribera.
­- il voto disgiunto in provincia di Agrigento si è concentrato in prevalenza su Arnone con oltre 17 mila voti, seguono rispettivamente Vivacqua con 1700 voti e Bruno con 1500 voti. Anche il candidato della destra ha preso più voti della lista a supporto con +600 voti. L’unico candidato a prendere meno voti rispetto alle liste di supporto è D’Orsi con quasi 16 mila voti. I dati dimostrano che la candidatura di Arnone ha confermato il profilo di candidato previsto dal sondaggio, ovvero la persona che più di ogni altro poteva intercettare i voti del centro destra. Nello specifico i 16 mila voti persi da D’Orsi sono andati per la maggior parte ad Arnone ed in minima parte agli altri due candidati del centro-sinistra;
­- nelle elezioni provinciali i voti di preferenza sono risultati pari a 201 mila (91%), mentre i voti di lista sono risultati pari a quasi 20 mila (9%), con punte del 66% per la lista “i Democratici rialzati Agrigento”, per la lista “la Destra” con il 26,3% e per la lista di “Rifondazione Comunista” con il 25,4%. La percentuale più bassa dei voti di lista è quella di “Sicilia Forte e Libera” con il 4,4%, di poco inferiore alla lista “Alleanza Azzurra” con il 4,7%. La coalizione di centro-destra si attesta al 78,7% in termini di preferenze, al 56,5% come voti di lista e 76,7% come dato complessivo. Rispetto alle regionali c’è stato un aumento percentuale delle preferenze di oltre 13 punti percentuali, facendo diminuire la percentuale dei voti di lista, dal 22,3% delle regionali all’8,9% delle provinciali. Dalle regionali alle provinciali la coalizione di centro-destra ha aumentato di parecchi punti percentuali la sua performance, sia come preferenze con +6,4%, come voti di lista con +5,4% e come voti totali con +9,1%. Il centro-destra è dunque maggioranza in provincia di Agrigento, sia come preferenze che come solo voto di lista e rispetto alle elezioni regionali questa maggioranza si è maggiormente consolidata anche sul voto di lista;
­- il PD ha conseguito quasi 32 mila voti (14,5%), in flessione rispetto alle nazionali (-38 mila voti e -15%) e rispetto alle regionali (11 mila voti e -4%). Se aggiungiamo anche i dati dei candidati del PD nella lista Finocchiario si registra un peggioramento. Il PD perde molti voti ad Agrigento, Ribera, Ravanusa, Canicattì, Raffadali. I voti di preferenza sono risultati quasi 28 mila (87%), quelli di lista 4mila (13%) per un totale di quasi 32 mila voti. La percentuale dei voti di lista del PD a livello regionale, tenendo conto che la provincia di Ragusa non ha votato, è stata pari al 21%, per cui il risultato della Provincia di Agrigento è uno dei peggiori insieme a quello della provincia di Caltanissetta con l’8,5%. Rispetto ai dati delle elezioni provinciali la percentuale dei voti di lista PD di Agrigento è diminuita di quasi il 65%, -23,3 punti percentuali (dal 36,1% al 12,8%). Nello specifico emerge che i voti di preferenza sono risultati quasi immutati, mente i voti di lista sono diminuiti di oltre 11 mila voti. A livello regionale non considerando la provincia di Ragusa che non è andata al voto, il calo percentuale è risultato del 46,7%, -18,3 punti percentuali pari a quasi -119 mila voti. Il risultato di Agrigento è stato il 2° risultato peggiore della Sicilia, dopo quello di Caltanissetta (-75,4%, dal 34,7% all’8,5% ovvero -26,1%) Complessivamente, dunque, a livello regionale c’è stato un calo di 33 mila voti di preferenza e quasi 119 mila voti di lista rispetto le elezioni regionali, registrando lo scarso appeal del PD, con risultati peggiori per le provincie di Agrigento e Caltanissetta.


L’affluenza al voto
Oltre 246 mila agrigentini (tab.1) si sono recati a votare nelle ultime elezioni provinciali per una percentuale del 52%, passando dal 48% del collegio di Agrigento fino al 59% del collegio di Sciacca.
Rispetto alle elezioni provinciali del 2003 c’è stato un calo dell’8% dei votanti che in termini assoluti si traducono in meno 30 mila elettori, con un picco nel collegio di Agrigento con -12500 votanti, -8000 nei collegi di Canicattì e Sciacca e meno 1000 votanti nel collegio di Licata.
Rispetto alle elezioni regionali e nazionali (tab.2) del 2008 la minor affluenza è risultata rispettivamente pari a 20 mila e 19 mila votanti.
Il calo dei votanti si è concentrato per la metà nel collegio di Agrigento, mentre il collegio di Licata ha registrato un aumento dei votanti di 3 mila unità, anche grazie alle comunali di Licata, Ravanusa e Camastra.
A livello di singoli comuni (tabb.3,4,5) la perdita maggiore di votanti si è registrata nei comuni di Agrigento (-7.011 votanti), Sciacca (-5.714 votanti), Canicattì (-4.008 votanti), Favara (-2.250 votanti), Ribera (-1.246 votanti), Lampedusa e Linosa (-1.114 votanti) e Palma di Montechiaro (-1.044 votanti). In tutti gli altri comuni il calo di affluenza è stato meno di mille votanti. In alcuni comuni addirittura c’è stata una maggiore affluenza e nello specifico nei Comuni dove si votava alle amministrative (1° turno amministrativo) con un picco a Licata con quasi 4 mila votanti (3.940) in più.
Dai dati dei voti di lista l’astensionismo sembrerebbe concentrato nel centro-sinistra.

Il voto di lista
I voti di lista validi per le elezioni provinciali sono risultati pari a 221 mila (tab.6).
La coalizione di centro-destra, guidata da Eugenio D’Orsi, si è attestata su quasi 170 mila voti per una percentuale del 76,7% con punte del 79,5% nel collegio di Canicattì, mentre la coalizione del PD, guidata da Vivacqua, si è attestata su quasi 32 mila voti per una percentuale del 14,5%, segue la coalizione della sinistra radicale con quasi 15 mila voti per una percentuale del 6,7%.
Se sommiamo i voti di lista delle tre coalizioni di centrosinistra i voti sono risultati pari a 48 mila per una percentuale del 22%.
Rispetto ai risultati delle provinciali del 2003 la coalizione del centro-destra ha guadagnato 19 mila voti (151.531 nel 2003) e ben 15,2 punti percentuali (61,5% nel 2003), mentre la coalizione del centro-sinistra ha perso quasi 39 mila voti (86.773 nel 2003) e ben 13,2 punti percentuali.
Se confrontiamo i risultati delle provinciali del 2008 con quelli delle regionali (tabb.7,8) si evidenzia che la coalizione di centro-destra ha guadagnato 8500 mila voti, nonostante il calo dei votanti (-17 mila), e 9 punti percentuali, mentre la coalizione di centro-sinistra nella sua totalità ha perso 25 mila voti e quasi 9 punti percentuali, per cui anche a voler attribuire tutto l’astensionismo al centro-sinistra, comunque c’è stata una perdita di 8 mila voti a favore del centro-destra.
Il centro-destra guadagna questi voti nel collegio di Licata (+2500), nel collegio di Sciacca (+7600) ed in quello di Canicattì (+400 voti). L’unico collegio dove il centro-destra ha perso voti è risultato quello di Agrigento con -2 mila voti. Il centro-sinistra nella sua totalità perde i voti in tutti i collegi, ovvero nel collegio di Sciacca (-10.874), nel collegio di Canicattì (-6.460), nel collegio di Agrigento (-5.918) e nel collegio di Licata (-1.599).
Analizzando i dati delle singole liste (tab.9) si evidenzia che il 1° partito è il PDL con il 21,8%, con punte del 28,5% nel collegio di Licata, che con l’aggiunta di Alleanza Azzurra, lista riconducibile al PDL, si attesta su una percentuale del 35,3% con punte del 44,8% nel collegio di Licata.
Le liste riconducibili al partito MPA registrano una percentuale del 26,2%, con punte del 33,3% nel collegio di Agrigento, l’UDC si attesta sul 15,3%, con punte del 17,4% nel collegio di Canicattì, il PD si attesta sul 14,5%, con punte del 16,3% nel collegio di Sciacca e le liste riconducibili alla sinistra radicale si attestano sul 6,7%, con punte del 9% nel collegio di Sciacca.
Rispetto alle elezioni regionali le liste della sinistra radicale mantengono sostanzialmente gli stessi voti (14,8 mila contro 14,2 mila nelle regionali, probabilmente questo valore aggiunto è stato dato dall’apporto dei candidati socialisti, nelle regionali candidati nella lista Finocchiaro), mentre il tracollo si registra nel PD, sia confrontando la lista solo del PD, sia aggiungendo la lista Finocchiaro o solamente i candidati riconducibili al PD.

Il voto sul Presidente della Provincia
I voti validi sul Presidente della Provincia (tab.10) sono risultati pari a 226 mila (226.451) contro i 221 mila voti (221.099) validi per le liste.
Il 68% dei voti (tab.11) sono andati al candidato del centro-destra, Eugenio D’Orsi, con punte oltre il 70% in due collegi, Licata con il 72% e Canicattì con il 70,5%. La percentuale più bassa è stata ottenuta ad Agrigento con il 60%.
Complessivamente i tre candidati del centrosinistra hanno accumulato quasi 68 mila voti (68.884) per una percentuale del 30,4%, oltre 14 mila voti in meno (14.536) rispetto ai voti conseguiti dalla Finocchiaro (83.420) nelle elezioni regionali di quest’anno, mentre il calo percentuale è stato del 3,3% (dal 33,7% al 30,4%).
Il candidato del centro-destra ha raccolto quasi 154 mila preferenze (153.717) per una percentuale del 67,9%, quasi 4 mila voti in meno (157.777) rispetto all’attuale Presidente della Regione, Raffaele Lombardo, ma con una percentuale in più pari al 4% (67,9% D’Orsi, 63,8% Lombardo). Il tutto si spiega con il calo dei votanti per il Presidente da 247 mila (247.231) a 226 mila (226.451). Lo stesso candidato del centro-destra ha superato il 50% dei voti in quasi tutti i Comuni (tabb.12,13), tranne il capoluogo; la percentuale più alta è stata ottenuta nel Comune di Lampedusa e Linosa con l’85%, quella più bassa nel Comune di Agrigento con il 48,9%.
Il confronto tra il candidato ufficiale del PD e quello Finocchiaro assume valori drammatici, con quasi 50 mila preferenze in meno.
Vivacqua ha conseguito quasi 34 mila preferenze (33.709), pari al 14,9%, contro le quasi 19 mila preferenze (18.818) di Arnone per una percentuale dell’8,1%, candidato senza liste a supporto, anche lui del PD. L’altro candidato espressione del PD, Bruno, ha conseguito 16 mila voti (16.357) per una percentuale del 7,2%.
Arnone ha superato Vivacqua in alcuni Comuni come il Capoluogo di Provincia con oltre mille voti di distacco (5.165 contro 3.809 voti), Aragona, Cianciana, Porto Empedocle, Racalmuto, San Biagio Platani, Sant’Angelo Muxaro, mentre è arrivato quasi agli stessi voti di Vivacqua nei Comuni di Canicattì, Campobello di Licata, Joppolo Giancaxio, Ribera.

Il voto disgiunto
Il voto disgiunto (tabb.14,20,21,22,23) in provincia di Agrigento si è concentrato in prevalenza su Arnone con oltre 17 mila voti (17.404), seguono rispettivamente Vivacqua con 1700 voti e Bruno con 1500 voti. Anche il candidato della destra ha preso più voti della lista a supporto con +600 voti. L’unico candidato a prendere meno voti rispetto alle liste di supporto è D’Orsi con quasi 16 mila voti.
Analizzando le performance per singolo collegio e per singolo candidato alla Presidenza della Provincia di Agrigento si evidenza quanto segue:
­ il candidato Vivacqua (tab.15) prende più voti della lista a supporto in tutti i collegi, tranne quello di Licata (-12), con il risultato più positivo nel collegio di Agrigento con 900 preferenze in più;
­ il candidato Arnone (tab.16) prende più voti rispetto la lista a supporto in tutti i collegi, con punte nel collegio di Agrigento con oltre 7 mila preferenze in più e nel collegio di Canicattì con quasi 5 mila preferenze in più;
­ il candidato Bruno (tab.17) prende più voti rispetto alle liste di supporto in tutti i collegi, tranne quello di Sciacca dove ha registrato 300 preferenze in meno. Il risultato significativo si registra nel collegio di Agrigento con quasi 1300 preferenze in più.
­ Il candidato D’Orsi (tab.18) ha preso meno preferenze rispetto ai voti di lista in tutti i collegi, con punte nel collegio di Agrigento con 7600 preferenze e nel collegio di Canicatti con 4100 preferenze
­ Il candidato Incardona (tab.19) ha preso più voti della lista in tutti i collegi tranne quello di Canicattì (-10 preferenze).
I dati dimostrano che la candidatura di Arnone ha confermato il profilo di candidato previsto dal sondaggio, ovvero la persona che più di ogni altro poteva intercettare i voti del centro destra.
Nello specifico i 16 mila voti persi da D’Orsi sono andati per la maggior parte ad Arnone ed in minima parte agli altri due candidati del centro-sinistra

Il voto di preferenza e di lista
Nelle elezioni provinciali i voti di preferenza (tabb.24,25) sono risultati pari a 201 mila per una percentuale del 91%, mentre i voti di lista (tab.26) sono risultati pari a quasi 20 mila per una percentuale di quasi il 9%, con punte del 66% per la lista “i Democratici rialzati Agrigento”, per la lista “la Destra” con il 26,3% e per la lista di “Rifondazione Comunista” con il 25,4%. La percentuale più bassa dei voti di lista è quella di “Sicilia Forte e Libera” con il 4,4%, di poco inferiore alla lista “Alleanza Azzurra” con il 4,7%.
Un aspetto interessante da verificare è l’andamento del voto a secondo se guardiano le preferenze o i voti di lista. Dall’analisi emerge che la coalizione di centro-destra (tab.28) si attesta al 78,7% in termini di preferenze, mentre se consideriamo solo i voti di lista il vantaggio rispetto agli avversari si riduce al 56,4%, con una perdita di 22,3 punti percentuali. Complessivamente comunque la coalizione del centro-destra si è attestata su una percentuale del 76,7%.
Un altro aspetto interessante da verificare è il confronto tra il dato provinciale e quello regionale.
Nelle elezioni regionali i voti di preferenza (tab.29) sono risultati pari a 185 mila per una percentuale del 77,7%, mentre i voti di lista sono risultati pari a 53 mila per una percentuale del 22,3%. Di fatto dunque i voti di preferenza alle provinciali sono aumentati rispetto a quelli regionale di oltre 13 punti percentuali, facendo diminuire la percentuale dei voti di lista, dal 22,3% delle regionali all’8,9% delle provinciali.
Le liste regionali che hanno ottenuto le percentuali più elevate di voti di lista sono risultate “Amici Beppe Grillo” con l’86,5% e “Forza Nuova” con l’83,7%, mente la lista che ha ottenuto la percentuale minore come voto di lista è quella “Democratici autonomisti” con il 6%.
La coalizione di centro-destra (tab.30) nelle regionali si è attestata al 72,3% come preferenze ed al 51% come voti di lista, mentre complessivamente la percentuale si è attestata al 67,6%. In sostanza dalle regionali alle provinciali la coalizione di centro-destra ha aumentato di parecchi punti percentuali la sua performance, sia come preferenze con +6,4%, come voti di lista con +5,4% e come voti totali con +9,1%.


Focus sul Partito Democratico
Il Partito democratico ha conseguito quasi 32 mila voti (31.986) per una percentuale del 14,5%, con una flessione rispetto alle nazionali del 54,1% in termini di voti assoluti, quasi 38 mila voti in meno (-37.765, da 69.751 a 31.986), e del 50,4% in termini di percentuali di voti, quasi il 15% (-14,7%, da 29,2% a 14,5%).
Rispetto alle elezioni regionali si è registrata una flessione del 26,2% in termini di voti assoluti, oltre 11 mila voti (-11.358, da 43.344 a 31.986), e del 20,24 in termini di percentuali di voti, il 3,7% (-3,7%, da 18,2% a 14,5%). Se ai voti del PD aggiungiamo anche i voti di lista della lista Finocchiaro, ma solo quelli dei candidati riconducibili al PD, la flessione è del 37,5% in termini assoluti di voti (-19.232, da 51.218 a 31.986) e del 32,6% in termini di percentuali di voti (-7,0%, dal 21,5% al 14,5%).
Rispetto alle elezioni regionali, tenendo conto i voti del PD e dei candidati riconducibili al PD, il partito alle provinciali di quest’anno ha perso voti in quasi tutti i Comuni, con dati sorprendenti nel Comune di Agrigento (-2.524 voti), Ribera (-1.817 voti), Ravanusa (-1.704 voti), Canicattì (-1.421 voti) e Raffadali (-1.113 voti). In termini percentuali la flessione maggiore si è registrata nel Comune di Ravanusa con il 28,2%, seguito dal Comune di Bivona con il 28,1%.
Confrontando invece i soli voti del PD i risultati peggiori sono stati registrati nei Comuni di Ribera (-1.690 voti) e Canicattì (-1.025 voti), mentre in termini percentuali i risultati peggiori sono stati registrati nei Comuni di Bivona con il 27,4%. Uno dato positivo in controtendenza quello registrato nel Comune di Licata con un aumento di 1.232 voti.
Il confronto con i dati delle elezioni nazionali della Camera dei Deputati rende l’analisi più tremenda. Si registrano cali di consenso notevoli nel Comune di Agrigento con quasi 5 mila voti (-4.870), nel Comune di Canicattì con quasi 4 mila voti (-3.709 voti) e nel Comune di Favara con quasi 3 mila voti (-2.926).
Il Partito Democratico ha preso per le elezioni provinciali quasi 28 mila voti di preferenza e 4 mila voti di lista per un totale di quasi 32 mila voti. La percentuale di preferenze è risultata pari all’87%, inferiore alla media provinciale pari al 91%, mentre quella dei voti di lista è risultata pari a quasi il 13%, superiore alla media provinciale pari a quasi il 9%.
La percentuale dei voti di lista del PD (tabb.31, 32) a livello regionale, tenendo conto che la provincia di Ragusa non ha votato, è stata pari al 21%, per cui il risultato della Provincia di Agrigento è uno dei peggiori insieme a quello della provincia di Caltanissetta con l’8,5%.
Rispetto ai dati delle elezioni provinciali la percentuale dei voti di lista PD di Agrigento (tab.33) è diminuita di quasi il 65%, -23,3 punti percentuali (dal 36,1% al 12,8%). Nello specifico emerge che i voti di preferenza sono risultati quasi immutati, mente i voti di lista sono diminuiti di oltre 11 mila voti.
A livello regionale non considerando la provincia di Ragusa che non è andata al voto, il calo percentuale è risultato del 46,7%, -18,3 punti percentuali pari a quasi -119 mila voti. Il risultato di Agrigento è stato il 2° risultato peggiore della Sicilia, dopo quello di Caltanissetta (-75,4%, dal 34,7% all’8,5% ovvero -26,1%)
Complessivamente, dunque, a livello regionale c’è stato un calo di 33 mila voti di preferenza e quasi 119 mila voti di lista rispetto le elezioni regionali, registrando lo scarso appeal del PD, con risultati peggiori per le provincie di Agrigento e Caltanissetta.

Tabelle allegate alla relazione: scarica

1 commento:

leonardo85 ha detto...

gentile sig giuseppe sferrazza, sono un cittadiono di campobello di licata.Ho visto un'intervista su tv europa dicendo di invitare la finocchiaro a campobello. visto che dobbiamo batterci per la legalità, perche invitare persone che hanno avuto a capo dei consulenti del proprio programma elettorale SALVO ANDO',e che in una intervista lo descrisse un uomo di grande livello culturale? non è giusto sapere prima che tipo di persona si invita? per rispetto dei cittadini che non sà.
poi volevo dirle dove posso travare il suo programma elettorale, però più sintetico e chiaro, rispetto a quello che ho visto nel suo blog. la ringrazio. leonardo