Molti si chiederanno che cosa siano le Zone Franche Urbane (ZFU).
Ebbene le ZFU, nate con il Governo Prodi sulla scia di un’esperienza analoga in Francia, sono aree infra-comunali dove si concentrano programmi specifici di defiscalizzazione per la creazione di piccole e micro imprese, con lo scopo di favorire lo sviluppo economico e sociale di quartieri ed aree urbane, localizzate in città dell’intero territorio nazionale, caratterizzate da disagio sociale, economico e occupazionale, e con potenzialità di sviluppo inespresse.
Le forme di agevolazioni (è stato previsto dalla legge finanziaria 2007 uno stanziamento di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009, confermato dalla finanziaria 2008) consistono nell’esenzione dalle imposte sui redditi per 5 anni, dall’esenzione dell’IRAP, dall’esenzione dall’ICI e dall’esonero dal versamento dei contributi previdenziali.
Le aree-bersaglio (circoscrizione, quartiere, unità urbane altrimenti individuate) si individuano sulla base di alcuni indicatori, ovvero una dimensione demografica minima di 7.500 abitanti ed una massima di 30 mila abitanti, la popolazione residente nelle aree interessate dalle agevolazioni previste dalle ZFU non dovrà superare il 30% del totale della popolazione residente del Comune ed infine il tasso di disoccupazione nelle aree proposte come ZFU dovrà essere superiore alla media comunale.
Non tutti i comuni possono costituire le ZFU, ma solo quelli di dimensione demografica minima di 25 mila abitanti e dove il tasso di disoccupazione comunale è superiore alla media nazionale per l’anno 2005.
È stato già previsto un primo bando di applicazione dello strumento dove i Comuni con le caratteristiche sopra descritte hanno presentato le proposte di individuazione delle ZFU alle Regioni, che a loro volta, dopo aver raccolto e valutato le proposte, hanno trasmesso le proposte ammissibili al Ministero per lo Sviluppo Economico per la valutazione finale.
In questa prima fase le ZFU da individuare non dovevano superare le 18 unità, da distribuire sul territorio in modo che in nessuna Regione si possano avere di norma più di tre ZFU per Regione.
Le prime ZFU sono state individuate sulla base di un indice di disagio socio-economico (IDS) finalizzato a misurare il livello di esclusione sociale nelle predette aree, integrato con le priorità regionali. Tale indice è ottenuto dalla combinazione di quattro indicatori di esclusione socio-economica calcolati per le sezioni censuarie interessate. Tali indicatori sono il tasso di disoccupazione, il tasso di occupazione, il tasso di concentrazione giovanile ed il tasso di scolarizzazione.
Alcuni giorni fa si è conclusa la fase di valutazione dei progetti, che ora devono essere proposti al CIPE per l’approvazione e notificate alla Commissione Europea, per cui possiamo vedere quali sono stati i territori finanziati e soprattutto se sono state finanziate ZFU in provincia di Agrigento.
Prima di passare all’analisi è opportuno indicare quali erano i Comuni che potevano partecipare al bando, limitandoci a quelli della nostra provincia. Nello specifico si tratta dei Comuni di Agrigento, Canicattì, Favara, Licata, Sciacca; complessivamente 43 Comuni in Sicilia.
Complessivamente sono state presentate in Sicilia 17 proposte (Aci Catena, Acireale, Augusta, Bagheria, Barcellona, Caltagirone, Castelvetrano, Catania, Erice, Favara, Gela, Giarre, Messina, Partinico, Sciacca, Termini Imerese, Trapani), solo due, dunque, della provincia di Agrigento.
Dopo una prima fase valutativa, sono state escluse le città di Bagheria, Favara e Partinico (la popolazione residente nella ZFU è risultata superiore del 30% del totale popolazione residente nel Comune), e successivamente Augusta e Caltagirone (il tasso di disoccupazione nella ZFU è risultato inferiore rispetto a quello comunale).
La Regione Sicilia nel processo di valutazione ha tenuto conto oltre all’indice di disagio economico sociale anche ad altri aspetti quali la motivazione progettuale, l’aspetto gestionale e l’integrazione con altri programmi ed alla fine ha trasmesso al Ministero 12 proposte, nell’ordine Catania, Gela, Erice, Termini Imerese, Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Acicatena, Castelvetrano, Trapani, Acireale, Giarre e Sciacca.
L’unica proposta progettuale della Provincia di Agrigento trasmessa al Ministero è risultata quella della città di Sciacca, ultima per punteggio conseguito.
Complessivamente a livello nazionale le proposte presentate al Ministero sono risultate 64, quelle provenienti dalla Sicilia 12.
A seguito del processo di valutazione il Gruppo Tecnico di valutazione ha individuato le prime 18 ZFU (nell’ordine Catania, Torre Annunziata, Napoli, Taranto, Cagliari, Gela, Mondragone, Andria, Crotone, Erice, Iglesias, Quartu Sant’Elena, Rossano, Lecce, Lamezia Terme, Campobasso, Velletri, Sora), attraverso l’applicazione automatica e oggettiva delle norme e prerogative che hanno regolato il processo di selezione, a cui ha aggiunto altre 4 ZFU (Pescara, Ventimiglia, Massa-Carrara, Matera) per garantire la localizzazione di almeno una esperienza di ZFU in ciascun territorio regionale in cui sono state presentate proposte.
Queste ZFU verranno proposte al CIPE per l’approvazione.
In Sicilia sono state approvate tre proposte, Catania (1^ posizione), Gela (6^ posizione) e Erice (10^ posizione), nessuna in provincia di Agrigento.
Per chi volesse approfondire l’argomento si rinvia al sito del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo del Ministero dello Sviluppo Economico (link).
Nessun commento:
Posta un commento