venerdì 31 dicembre 2010

Con l’auspicio di un anno migliore rispetto a quello che stiamo lasciando


Oggi mi va di chiudere il 2010 con un articolo, apparso negli ultimi giorni dell’anno 2004 sull’edizione di Agrigento del giornale “La Sicilia”, relativo un mio lungo intervento sui mali della provincia.

Rileggendolo a distanza di sei anni scopriamo che nulla o poco è cambiato da allora, eccezion fatta per il raddoppio della SS640, i cui tratti finalmente si scorgono lungo il tracciato Agrigento-Grottarossa.

Gli altri problemi, come i nodi politici, sono tutti sul tappeto.

A livello nazionale abbiamo un Governo che fatica da dare giuste risposte ai tanti problemi che affliggono l’Italia, risposte insufficiente rispetto alla profonda crisi economica, ma prima ancora finanziaria, che caratterizza tutte, o quasi tutte le famiglie italiane, tranne quel 10% che un’ultima indagine della Banca d’Italia (link) ha stimato di possedere quasi il 45% della ricchezza italiana.

Una situazione sempre più buia in quanto un’indagine sul Reddito e condizioni di vita in Italia negli anni 2008/2009 diffusa due giorni fa dall’Istat (link) ha evidenziato che nel 2009 sono cresciute le famiglie che non sono state in grado di fronteggiare spese impreviste, che si sono indebitate e che sono in arretrato con debiti diversi dal mutuo.

Ma anche a livello regionale le cose non vanno meglio, il centro-destra si è spaccato, il PD ha fatto un alleanza con il Presidente Lombardo ed alcuni segnali di discontinuità si sono visti (come la legge sui rifiuti con il blocco dei termovalorizzatori, la legge sul tentativo di pubblicizzazione del servizio idrico, la riforma della sanità, i provvedimenti sull’esenzione del ticket ed altro ancora) anche se sono necessari segnali ancora più forti, a cominciare dalle spese per la formazione professionale che ha indotto il coordinatore regionale dell’UDC a dire oggi sul giornale La Repubblica, edizione Palermo, che esiste anche un “Cuffarismo di sinistra”.

Per non parlare della situazione locale dove, a mio giudizio, in questo primo anno e mezzo di Amministrazione i risultati non sono stati sufficienti, o almeno non all’altezza dello slogan ambizioso “la strada per rinascere”, dove alcuni atti gestionali risentono, per lo più, di indicazioni politiche molto, ma molto, discrezionali.

Un Sindaco che ha cambiato partito politico e dei Consiglieri comunali che cambiano in continuazione gruppi di appartenenza, mentre i problemi rimangono sul tappeto.

Ma anche in provincia le cose non vanno diversamente. Il Presidente, costretto a suo dire dalle indicazioni regionali, ha azzerato la Giunta e probabilmente il PD darà una mano al Governo provinciale con un’indicazione assessoriale, anche se il dibattito, a mio giudizio, dovrebbe concentrarsi  sul perché stare in giunta, per quali obiettivi politici, e non sul fatto che il PD possa esprimere un’indicazione politica o tecnica.

C’è un filo rosso che lega tutti questi Governi, ai diversi livelli, e per una volta, e solo per una volta, sono d’accordo con il Premier Berlusconi che proprio oggi dichiara che il voto anticipato porterebbe “rischi imprevedibili per l’Italia”, mentre, invece, “serve stabilità ed un confronto più sereno”.

In condizioni normali la risposta più naturale alle difficoltà di ogni maggioranza sono le elezioni, scelta chiara e non di compromesso, dove ognuno rimane sulle proprie posizioni politiche e di coalizione.

Oggi, invece, non viviamo in condizioni normali basta leggere le puntuali analisi domenicali di Eugenio Scalfari per accorgerci che la situazione italiana, ma anche regionale e locale, è veramente drammatica.

Il voto non risolverebbe nulla, si perderebbero mesi utili per risolvere i problemi della gente, che ogni giorno, sempre più con fatica, cercano di andare avanti.

E poi, è una mia personale opinione, c’è qualcosa che non va in ogni schieramento, in ogni partito, anche in quello in cui attualmente milito, dove a volte vedendo il comportamento di qualche dirigente mi porta a dire che non abbiamo nulla di diverso rispetto al centrodestra.
E dunque non è un problema di centro-destra o di centro-sinistra, di bene e male, di bianco e nero, è tutto un problema di classe dirigente, a tutti i livelli ed in tutti i partiti, dirigenti che non riescono a dare risposte concrete a tanti problemi, come a distanza di sei anni di quell’articolo ognuno di noi può verificare.

Una classe dirigente siciliana che ha distrutto la Sicilia e la speranza di noi giovani.

Proprio in questi giorni ho finito di leggere un bel libro di due giornalisti del giornale “La Repubblica” dal titolo “la zavorra”. Un’analisi impietosa sullo “Stato libero di Sicilia” e che una volta letto ti lascia perplesso ed incazzato anche perché tutti questi guasti li dobbiamo aggiustare noi giovani, così come tutti i debiti.

Stipendi da favola, persone pagate per non fare nulla, servizi che non funzionano e soprattutto poche, pochissime, opportunità ma solo per i più furbi.

Noi giovani non solo non abbiamo opportunità come li hanno generosamente avute giovani con qualche annetto in più, ma il paradosso della vita si sta costringendo a pagare anche i loro debiti.

Cornuti e mazziati, si direbbe, come nel caso del responsabile dell’ARRA SICILIA che non solo non ha contribuito a risolvere il problema dei rifiuti in Sicilia ma è anche andatO in pensione con una diaria giornaliera di mille euro al giorno, roba da far vergognare chi ha fatto quella legge e da far incazzare tutti quelli che apprendono quella notizia.

Ciò che non serve, invece, è il famoso “galleggiamento” ovvero quella situazione che ti porta ad andare avanti e non risolvere i problemi, se è così meglio votare, a tutti i livelli.

Anche a Campobello a gennaio verrà azzerata nuovamente la Giunta, almeno queste sono le dichiarazioni del Sindaco, seppur non ufficiali.

Vediamo cosa succederà anche perché passare cinque anni così non mi sembra che siano utili alle famiglie campobellesi, forse a qualche beneficiario di provvidenze ed incarichi si, ma ai più sicuramente no.

Ed allora vediamo cosa proporrà il Sindaco per il prossimo anno e poi si vedrà.

Naturalmente anche il PD farà le sue riflessioni.

Nel 2009 con una posizione chiara, durante il ballottaggio, abbiamo preferito fermarci e non appoggiare nessuno dei due schieramenti, convinti delle differenze progettuali.

Una posizione lineare, coerente e soprattutto politica anche perché personalmente ciascuno di noi poteva capitalizzare ai fini personali quel risultato e moltissimi lo avrebbe fatto anche a sinistra, anzi consentitemi di dire che anche a sinistra qualcuno a Campobello ha capitalizzato quelle offerte, ed a mio giudizio anche prima delle elezioni.

Da opposizione abbiamo e stiamo facendo il nostro lavoro di analisi, protesta e soprattutto proposta, convinti come siamo che dire solo no è la cosa più semplice al mondo, ma non utile alle famiglie campobellesi.

È più difficile, invece, assumersi le proprie responsabilità anche perché dopo si devono risolvere i problemi della gente, ma penso che questo non spaventa nessuno di noi, almeno quelli che stiamo condividendo il percorso politico del PD di Campobello.

Ed allora il mio personale augurio è che il 2011 possa essere l’anno della svolta a tutti i livelli, ma soprattutto possa essere l’anno in cui almeno alcuni problemi delle famiglie italiane, siciliane, agrigentine e campobellesi possano trovare soluzione.

BUON ANNO E FELICE ANNO NUOVO.

Testo dell’articolo apparso sul giornale “La Sicilia”, edizione Agrigento, del giorno 27/12/2004 (pagine 13-14).

Forum.    L'ultima sintesi è per l'anno che va a chiudersi sintetizzato dall'appello del prefetto
Non dimentichiamo il baratro
Anche il Natale è in archivio, resta l'ultima settimana del 2004 poi si volta pagina. Quella del calendario è certa, si spera però di voltare anche la pagina della storia, quale che fa della nostra provincia una delle ultime in Italia. Da tempo diciamo che siamo un osservatorio di quanto succede in città e in provincia e il nostro impegno è confermato attraverso i forum che proponiamo saltuariamente sugli argomenti più importanti. Forum aperti a tutti, maggioranza e opposizione, per dire ai cittadini qual è il lavoro che stanno Forse non sono graditi a molti, ma si tratta per lo più di quanti non fanno il proprio dovere e si sentono sorpresi con le mani nella cioccolata. Oggi ultimo atto del forum 2004, quello aperto da una lunga intervista al Prefetto nella quale il maggior responsabile dello Stato in provincia parlò di una città sull'orlo del baratro, dal quale era ancora possibile salvarsi. E' di Giuseppe Sferrazza di Democrazia è Liberta - La Margherita, l'ultimo intervento. Traccia una lunga sintesi sulla quale meditare, nella speranza che, girando la pagina del calendario, si possa girare anche l'andazzo della provincia.

Pro memoria sui mali della provincia
Neppure la pausa di fine anno stoppa l'interesse sui problemi che esistono nella nostra provincia. C'è chi pensa alle vacanze dimenticando le emergenze quotidiane e chi trova il tempo per delle importanti sottolineature da prendere nella giusta considerazione e meditare su quello che necessiterà fare con il nuovo anno. Sul nostro forum legato alla qualità della vita cala il sipario con questa nota di Giuseppe Sferrazza  Componente esecutivo provinciale «Democrazia è Libertà - La Margherita» che traccia una analisi lucida e propone numerosi spunti di riflessione. Ecco il lungo testo del suo documento che vi proponiamo integralmente proprio perchè si presta agevolmente alla discussione.
«È da molto tempo che rifletto sui problemi complessivi della nostra amata-odiata-amata terra agrigentina (alcuni li abbiamo esternati come partito all'inizio dell'anno) e sul fatto che noi giovani (se così si può chiamare una persona sopra i trent'anni) assistiamo, in un irresponsabile silenzio, passivamente, al suo lento declino.
Qualcuno dice che «non si ode più l'ira dei giusti», forse per mancanza di motivazioni, forse per la forte destrutturazione della società moderna, forse perché in fondo non si ha la forza di reagire.
E allora perché non provare almeno una volta ad uscire allo scoperto, con la speranza che questo grido non venga percepito come qualcuno che vuole «abbaiare alla luna».
I dati economico-sociali, così come alcune Istituzioni (Prefetto), descrivono la Provincia come un territorio sull'orlo del baratro, forse sul punto del non ritorno.
Oramai siamo saldamente ancorati nel fondo di tutte le classifiche e anche la politica si adagia a questi indicatori, dimostrandosi lontana dalle vere esigenze della popolazione.
Una classe politica agrigentina che a livello nazionale è forse ricordata solamente per la legge Cirami e che a livello regionale non da adeguate risposte alla popolazione, che si compiace per i piccoli segnali di risveglio, delle piccole variazioni nelle classifiche nazionali, dimenticando che queste variazioni sono insufficienti per una Provincia che deve assolutamente risalire la china, con moltissimi disoccupati e che in questo momento sta rischiando di perdere il treno di «Agenda 2000» e forse anche l'appuntamento del 2010 sull'area di libero scambio tra i paesi del Mediterraneo;
Una classe politica che si compiace per aver fatto «il gioco delle tre carte» come in occasione dell'ipotesi della realizzazione dello scalo aeroportuale agrigentino, trasformandolo di volta in volta da aeroporto per voli di linea ad aeroporto per voli charter, sottacendo l'enorme differenza tra le due ipotesi; un aeroporto una volta a carico delle risorse private, dopo a carico di quelle pubbliche e infine a carico di entrambi; un aeroporto da aprire nel 2006, o forse dopo il 2015 o chissà quando; un aeroporto dai costi variabili, prima 70 milioni di euro, dopo 90 milioni, dopo ancora chissà; un aeroporto non fattibile sulla base di studi di fattibilità commissionati dalla Regione e pagati fior di migliaia di euro (solo 19 mila passeggeri l'anno), salvo poi scoprire la fattibilità grazie uno studio commissionato dall'Aavt ad una società privata, e dopo ci chiediamo come mai Pirandello sia nato in provincia di Agrigento!
Una classe politica che non protesta abbastanza e non spinge con forza e convinzione per l'effettiva realizzazione delle vere infrastrutture (strade, porti, acqua e rifiuti), che crea enormi carrozzoni come nel caso degli Ambiti Territoriali Ottimali (Ato) rifiuti e acqua senza risolvere i problemi delle gente, anzi aggravandoli;
Una classe politica che, invece, risponde timidamente, quasi con imbarazzo e forse anche con ipocrisia, alla devastante operazione «Alta mafia», fatto politicamente più significativo del 2004, anche perché il nemico di oggi era, a livello regionale, l'alleato di ieri. Se la provincia di Agrigento si trova in queste condizioni, ci saranno dei responsabili e nessuno è sciocco da pensare che i responsabili si trovino solo da una parte. E poi diciamocelo chiaramente, se fosse stato per la politica agrigentina, l'operazione «Alta mafia» non sarebbe mai uscita allo scoperto, il che dimostra che la politica non possiede gli anticorpi giusti per prevenire questi fenomeni, lasciando di conseguenza che sia la Magistratura a intervenire, ma solo dopo che i reati sono stati commessi. Anche questa è una sconfitta della classe politica agrigentina. Forse su questo punto sarebbe opportuno avviare una seria riflessione;
Una classe politica che, di fronte alla richiesta di dimissioni del presidente del Consiglio provinciale, ferma per ben sei mesi i lavori della Provincia, mentre, invece, erano necessari appena tre secondi per liberare quella poltrona; ma almeno in quell'occasione, è stata premiata la tenacia dei consiglieri provinciali, anche se non supportata adeguatamente dai parlamentari;
Una classe politica che, in occasione della venuta della commissione antimafia, annuncia di aver trovato una delle province più pervasa dalla mafia, dove tutti gli appalti sono nelle mani delle organizzazioni criminali, ma che alla fine non convince; come non convince l'uso dello strumento dello scioglimento dei consigli comunali, come dimostra la richiesta avanzata dalla Questura per la Provincia di Agrigento, richiesta ancora inevasa da parte delle Prefettura; come non convince affatto lo scioglimento di un consiglio comunale, che aveva creato un segno di discontinuità rispetto al passato, già dimesso di propria spontanea volontà alcuni mesi prima insieme con il sindaco, dove ad oggi non è stato cambiato alcun dirigente, salvo quello arrestato; ma allora, qualora vi fossero, dove sono le infiltrazioni?
Una classe politica che mostra segni di insofferenza verso temi quali l'etica e la morale nella politica, dove gli amministratori sono anch'essi insofferenti verso il controllo degli atti da parte delle opposizioni;
Una classe politica senza una visione, una prospettiva futura per i giovani, anzi è da evidenziare che la nostra generazione non può contare più su alcune certezze dei nostri padri: lo studio, il posto di lavoro fisso, la pensione. Oggi tutto è flessibile e precario nello stesso tempo e si confonde il termine di mobilità con quello di emigrazione.
E intanto le famiglie continuano a emigrare, terminati gli studi i giovani scappano, l'economia arranca, la statale 640 non raddoppia, l'aeroporto non si costruisce, la società civile non si indigna, la mafia infiltra le Istituzioni e la politica fa fatica a cambiare le proprie abitudini, mentre il resto del mondo corre e come se corre.
E allora che fare di fronte a tutto ciò, continuare ad abbassare la testa, convinti come siamo che tanto prima o poi scapperemo da questa terra, dove tutto è inevitabile, oppure, uscire allo scoperto, esternando la rabbia che c'è in ognuno di noi e soprattutto riprendendoci il nostro futuro?
Io propendo per la seconda ipotesi e, se qualcuno ama questa terra, batta anche un timido colpo e vediamo come noi giovani, anche attraverso questo forum, ognuno nei rispettivi partiti, associazioni, movimenti di appartenenza, possiamo contribuire a cambiare le sorti della nostra terra, ricca di storia e baciata dalla natura, visto tra l'altro che i risultati dei nostri padri non ci soddisfano affatto.
Giuseppe Sferrazza
Componente esecutivo provinciale Democrazia è Libertà-Margherita



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