mercoledì 4 agosto 2010

Una certa politica senza memoria e senza rossore

Appena qualche ora fa il Presidente D’Orsi ha nominato la nuova Giunta Provinciale, nuovamente tutta al maschile, e già si annunciano dimissioni per insufficiente rappresentanza politica (vedi UDC) e la solita ferma volontà di D’Orsi ad inserire una donna, nonostante siano passati alcuni anni dalla sua elezione, il tutto condito dalle dichiarazioni di compiacimento dell’On.le Bosco, lo stesso che si è fatto promotore del ricorso al TAR per la mancanza di donne nella giunta comunale di Favara.

Fino a qualche settimana fa lo stesso Bosco dichiarava in merito alla sentenza del TAR “Non avevamo dubbi sull’esito del ricorso poiché era evidente l’errore del sindaco nel nominare una Giunta composta da soli uomini” (link, link 2) oggi invece dichiara “Esprimo piena soddisfazione per la formazione della nuova giunta provinciale di Agrigento, una giunta di qualità che certamente saprà rilanciare l’azione amministrativa della provincia di Agrigento, in armonica prosecuzione dell’attuazione del programma elettorale che due anni fa portò all’elezione del presidente D’Orsi” (link).

Naturalmente non tutti sanno che lo statuto provinciale all’art.16 bis (azioni positive per la realizzazione della parità fra sessi) stabilisce che la “Provincia garantisce e promuove le pari opportunità per le donne, rimuovendo gli ostacoli che impediscono la piena realizzazione e l’attiva partecipazione culturale, sociale, lavorativa e politica della donna nell’Amministrazione” ed all’art.16 ter (principio delle pari opportunità in tema di nomine) che “nel nominare i componenti della Giunta Provinciale, i responsabili degli uffici e dei servizi, nonché nell’attribuire e definire gli incarichi dirigenziali e di quelli di collaborazione esterna, il Presidente assicura la presenza di uomini e donne, se ed in quanto possibile, motivando le scelte operate con specifico riferimento al principio di pari opportunità”, ma evidentemente gli statuti non contano niente.

D’Orsi non si deve preoccupare perché anche in quel di Campobello di Licata la musica non cambia, tutti maschi nella prima, nella seconda e nella terza Giunta, speriamo almeno nella quarta prevista in autunno.

Naturalmente anche a Campobello non manca certo la buona volontà, mentre il nostro statuto stabilisce al comma 5 dell’articolo 8 che “in attuazione di quanto previsto dall’art.56 della legge regionale n.26/93, devono essere assicurate condizioni di pari opportunità tra uomo e donna per promuovere la presenza dei due sessi nella giunta e negli organi collegiali, nonché negli enti, nelle aziende ed istituzioni da esso dipendenti”, che la recente sentenza del TAR sul caso Favara, preceduta da una lettera del Ministro delle Pari opportunità, stabilisce il valore precettivo della norma e che così si viola il principio di non discriminazione previsto dalla Costituzione italiana e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

Forse, però, una differenza tra D’Orsi e Termini c’è ed è il profilo istituzionale delle risposte.

Così rispondeva (prot.9516 del 5/10/09) il Sindaco Termini alla nostra prima interrogazione (link) sulla mancanza di donne nella giunta comunale e negli enti partecipati “nell’ambito delle consultazioni politiche per la nomina nei vari organi, provvederò a sensibilizzare le forze politiche sulla opportunità di assicurare una presenza alle quota rosa. Rilevo – altresì – che le uniche tre donne presenti in Consiglio Comunale non appartengono alla vostra compagine. Colgo l’occasione per rivolgere formale invito anche alle SS.LL. affinchè all’interno del vostro gruppo sia dato posto ad una componente dell’altra metà del cielo”.

E così risponde alla nostra seconda interrogazione (link) di qualche giorno fa: “rivolgo cortese sollecito alla S.V. per avere riscontro alla mia precedente nota prot.9516 del 5 ottobre 2009 a tutt’oggi non solo inevasa da parte della S.V. nei confronti della richiesta avanzataLe da parte del Capo dell’Amministrazione ma anche delle legittime aspettative delle donne del P.D. di ricoprire ruoli di responsabilità” oltre alle solite frasi di circostanza quali “l’interrogazione presentata ritengo che debba costituire l’inizio di una discussione e di un processo di maturazione ed accrescimento culturale affinchè sia presente una componente dell’altra metà del cielo all’interno del Consiglio Comunale” oppure che “questo Capo dell’Amministrazione provvederà a sollecitare e a svolgere azioni positive presso le forze politiche della maggioranza affinchè nei normali processi di avvicendamento e di rotazione sia assicurata almeno una autorevole presenza femminile all’interno della Giunta Municipale”.

Direte queste risposte le ha fornite in una discussione al bar, purtroppo no, sono risposte ufficiali di un Sindaco!

Dunque il problema non è del Sindaco che ha ripetutamente nominato una Giunta, quindi non eletta dal popolo, tutta al maschile in violazione di una norma statutaria, di una norma di legge, di un principio della Costituzione italiana e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, il problema è il PD che nell’ultima competizione elettorale ha fatto una lista composta da 14 uomini e 4 donne dove sono stati eletti due consiglieri, il sottoscritto ed il Consigliere Giovanni Picone.

Quasi quasi mi verrebbe da chiedergli chi dei due si dovrebbe dimettere, io o il consigliere Picone, per far a suo volta dimettere il consigliere subentrante Fortunato Diego ed a sua volta il subentrante Carletto Franco ed a sua volta il subentrante La Greca Angelo fino ad arrivare finalmente alla consigliere Accascio Maria Rita.

Ma siccome noi a Campobello non ci facciamo mancare niente e siccome questo Sindaco se ne infischia della gente e dei consiglieri comunali del PD (rappresentanti eletti dal popolo) ed ecco quest’anno per la prima volta una “festa rosa” (link) organizzata da privati, per il prossimo 20 agosto, patrocinata dal Comune, un “evento mai proposto prima in Sicilia”, in onore delle donne, con spettacoli per le donne e fino anche ad un convegno sul tema delle pari opportunità, “nel quale si attende anche la partecipazione di un personaggio di rilievo”.

Come dire una politica senza rossore e senza pudore!


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