sabato 12 giugno 2010

Resoconto del Consiglio comunale dell'11/6/2010

Ieri si è tenuto presso l'auditorium del Centro Polivalente alle ore 17:30 il Consiglio Comunale in seduta straordinaria ed aperta sul seguente ordine del giorno:
- costo del servizio dei rifiuti per l'anno 2010 dei Comuni dell'Ambito AG3 e le possibili soluzioni.

Assenti: Nigro, Montaperto, Intorre, Vinci Maria Stella, Grova, Cani e Incardona.

Presenti degli altri Comuni: Vice Presidente del Consiglio Comunale di Canicattì Cilia, Consiglieri Comunali di Canicattì Palmeri e Ragona, Presidente del Consiglio comunale di Naro Valvo. Assenti i consiglieri comunali di Ravanusa per il lutto cittadino.

Nominati all'unanimità gli scrutatori nelle persone di Picone, Terranova e Lombardi.

Il Presidente da lettura di alcune Comunicazioni quali la lettera del Sindaco alla Dedalo in cui si comunica l'impugnazione della delibera dell'assemblea dei soci in cui si è deciso di bocciare la proposta del Comune di Campobello della popolazione effettiva per il calcolo del costo del servizio.

L'altra comunicazione ha riguardato la circolare dell'Assessore Russo per la copertura del servizio di igiene urbana.

Entrano i Consiglieri Comunali Cani, Vinci Maria Stella, Grova, Intorre.

Il dibattito si articola con gli interventi del Consigliere Sferrazza che motiva la richiesta di convocazione del Consiglio sull'argomento, del Vice Presidente Cilia, del Consigliere Puntarello, del Presidente Valvo, del Consigliere Ragusa, del Sindaco di Campobello e del Consigliere Lombardi.

Sia la maggioranza che l'opposizione hanno presentato due ordini del giorno distinti, tuttavia sia su proposta del Consigliere Ragusa che del Consigliere Sferrazza c'è stato l'invito a trovare una soluzione per arrivare una soluzione comune.

Nello specifico i consiglieri di minoranza hanno proposto il rinvio della seduta per la verifica di una posizione comune, proposta che è stata accettata dall'Amministrazione Comunale e che è stata approvata all'unanimità dei presenti (assenti Incardona, Falsone, Montaperto, Grova).

Dunque il Consiglio è stato rinviato al prossimo venerdì alle ore 17:30.

L'intervento del Consigliere Sferrazza si è concentrato su alcuni aspetti relativi al costo del servizio per l'anno 2010, dopo aver fatto una disamina su ciò che è accaduto in questi anni, sottolineando l'insostenibilità per la popolazione campobellese e per le imprese della proposta del Sindaco di coprire con una TARSU pari al 97% rispetto al costo del servizio.

Inoltre si è concentrato sul recente finanziamento ottenuto della Dedalo per la realizzazione di un polo tecnologico ed informatico nella zona ASI di Ravanusa.

Per maggiori approfondimenti si rinvia all'ordine del giorno annunciato ed allegato qui sotto.

Il Consigliere Puntarello ha espresso la propria posizione favorevole per l'approvazione di un bilancio preventivo e del piano industriale.

Sia il Vice Presidente Valvo che il Consigliere Cilia hanno espresso la volontà di sciogliere la società.

Il Sindaco ha ribadito la bontà della sua azione tesa alla riduzione del costo del servizio, che sarà ancorato per il Comune alla popolazione effettiva, annunciando l'azione legale contro la delibera dell'assemblea dei soci della Dedalo.
Per il Sindaco il contratto si servizio stipulato dal Comune è inapplicabile, dimenticando tuttavia che su questo si innesca il contenzioso con la Dedalo.

Durante il dibattito il Sindaco ha anche annunciato che si è dichiarato indipendente rispetto al PDL probabilmente per gli effetti negativi del patto di stabilità determinati proprio dal Governo di centrodestra.

Su questo argomento e su quello dei rifiuti ci ritorneremo nuovamente anche perché se il Sindaco si è fatto promotore in questi mesi di riunioni sui rifiuti è proprio perché l'opposizione lo ha continuamente incalzato con richieste di convocazione di Consigli Comunali.

Testo dell'ordine del giorno dell'opposizione

ORDINE DEL GIORNO INCIDENTALE
Presentato ai sensi dei commi 1 e 4 dell’art.14 dello Statuto Comunale ed ai sensi dell’art.50 del Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale dai seguenti consiglieri comunali Giuseppe Sferrazza, Giovanni Picone, Gaetano Ragusa, Maria Rita Turco, Giovanni Falsone,

IL CONSIGLIO COMUNALE DEL COMUNE DI CAMPOBELLO DI LICATA

Premesso che:

- con lettera del 14/5/2010, prot.1997, il Sindaco del Comune di Campobello di Licata ha comunicato, in merito alla determinazione della tariffa TARSU 2010, che “da opportune analisi condotte sullo stato dei servizi e per continuare a dare gradualità all’aumento del gettito previsto (in previsione di un passaggio alla Tariffa che prevede la copertura integrale del costo) si ritiene che la definizione ottimale di un punto di equilibrio che consenta di incrementare il gettito della TARSU garantendo adeguati livelli di servizi resi alla cittadinanza non può prescindere dalla previsione di un grado di copertura del servizio di circa il 97%”;

- il costo del servizio per il Comune di Campobello per l’anno 2010, a giudizio del Sindaco, dovrebbe attestarsi su un importo di euro 1.584.052,99, compreso IVA, oltre tributo provinciale del 4%, calcolato sulla base della popolazione residente al 31/12/2009 e del costo complessivo sostenuto della Dedalo pari a € 20.225.443,85, giusta nota Dedalo n.975/ATO del 30/03/2010, in luogo del costo previsto della Dedalo pari ad € 1.792.603,58, calcolato sulla popolazione residente al 2001;
Considerato che:

- in ambedue i casi si determinerebbe un costo troppo oneroso per i cittadini e con la percentuale di copertura del servizio, prevista dal Sindaco, diventerebbe insostenibile per le famiglie e le imprese campobellesi, atteso che si passerebbe da una lista di carico di € 907.887,59 ad una di € 1.536.531,40 nell’ipotesi di costo formulato dal Sindaco e di € 1.738.825,47 nell’ipotesi di costo formulato dalla Dedalo;

- la soluzione prospettata dal Sindaco, “al netto di ogni facile demagogia”, può essere ritenuta insufficiente per diverse ragioni, mentre quella formulata dalla Dedalo è ritenuta inaccettabile in quanto non è mai stata giustificata dal punto di vista industriale, ma è stata suffragata solo da un foglio in cui si comunica il costo medio per abitante;

- ad esempio non è condivisibile l’affermazione del Sindaco quando attesta che “è stato verbalizzato che il Comune di Campobello di Licata condurrà le proprie analisi di costo sul dato di € 139,50 + IVA per abitante con un costo complessivo di € 1.584.052,99, in attesa che la questione non venga definitivamente chiarita” in quanto lo stesso Sindaco dimentica che il Comune di Campobello, attraverso i propri funzionari, ha contestato in questi anni il metodo di calcolo del costo dei rifiuti che oggi, invece, sembra essere riconosciuto, seppur rettificato dalla popolazione effettiva, dimenticando altresì che su questo aspetto, e su altri, si innesca il contenzioso attualmente in atto tra il Comune di Campobello e la Dedalo;

- in questi anni abbiamo assistito alla determinazione del costo di igiene urbana svincolato da un piano industriale (il fantomatico piano industriale a cui fa riferimento la Dedalo non è altro che un metodo di calcolo della tariffa provvisoria formulato nell’ipotesi del passaggio alla TIA, passaggio mai avvenuto), ad una gestione svincolata da una programmazione e da un bilancio preventivo, dalla mancanza di un piano di interventi per la gestione integrata dei rifiuti, ragione principale per cui nacque la Dedalo Ambiente S.p.A. nel lontano 2002, dal mancato avvio della raccolta differenziata, che ha causato danni in termini ambientali, di costo e sicuramente erariali per come sancito dalla Corte dei Conti in casi similari, financo alla mancata sottoscrizione, da parte della Dedalo, del contratto di gestione della discarica e del mancato riconoscimento e pagamento della tariffa di conferimento pur continuando il conferimento dei rifiuti nella discarica, determinando anche in questo caso danni economici per la nostra Comunità, poiché la discarica sarebbe ancora attiva, se ad utilizzarla sarebbero stati solo i Comuni del comprensorio;

- dunque il Comune, sulla base dei calcoli approssimativi della Dedalo, dovrebbe sostenere anche per il 2010 un costo del servizio troppo elevato che, invece, se rapportato ai rifiuti prodotti dai Comuni dell’Ambito o alla popolazione effettiva sarebbe notevolmente inferiore, a prescindere dal costo medio del servizio applicato;

- l’unico strumento giuridico che il Comune può far valere, seppur parziale ed insufficiente, è il contratto di gestione firmato tra il Comune e da Dedalo nell’anno 2005, a tutt’oggi in vigore per la parte relativa al costo medio per abitante, ed è a questo che i funzionari dovrebbero attenersi fino a quando la Dedalo non fornirà al Comune quel famoso costo industriale, determinato dal cantiere di servizio, base per il calcolo del costo del servizio di gestione integrata dei rifiuti nel territorio comunale, ai sensi dell’art.4 della legge regionale 9/2010, e delle somme spettanti alla Dedalo;

- quel contratto stabilisce che il “servizio viene trasferito alla società d’ambito …… sulla base del costo medio per abitante di € 103,67”, costo fissato da una delibera dei Sindaci del 2005, ragion per cui il costo del servizio per l’anno 2010 dovrebbe essere pari ad € 1,2 milioni nel caso si considerasse la popolazione fissata dalla Dedalo ed € 1,1 milioni nel caso si considerasse la popolazione effettiva al 31/12/2009, oltre IVA, ricordando comunque che la Corte Costituzionale con la sentenza n.238/2009 ha sancito la natura tributaria anche della TIA;

- solo considerando questo costo si potrebbe parlare di reale possibilità di coprire integralmente il costo del servizio, così come stabilito già con l’art.21, comma 17, della L.R. 19/2005, che per inciso varrebbe anche per gli altri anni, e gradualità dell’aumento del gettito, principio che sicuramente non sarebbe rispettato con il passaggio da una lista di carico di 908 mila euro per il 2009 ad una di 1,536 milioni di euro per il 2010 (ipotesi con copertura del 97% del costo del servizio pari a 1,584 milioni di euro), che si tradurrebbe in un aumento da 162 euro nel 2009 (compreso tributo provinciale del 4%) a 275 euro nel 2010, nel caso di un’abitazione di 100 mq, e per la stessa superficie da 467 a 782 euro per un esercizio non alimentare e da 588 a 985 euro per un esercizio alimentare;

- accettare dunque l’ipotesi di costo del servizio fissato dalla Dedalo, seppur rettificato in funzione della popolazione effettiva, comporterebbe un impatto pesante alle finanze del Comune, poiché è notorio che nei capitoli del bilancio trovano riscontro solo le somme determinate dalle liste di carico approvate nei vari anni che non coprono, nel periodo 2005/2008, neanche il 50% del costo del servizio e per il periodo 2005/2009 il debito del Comune nei confronti della Dedalo risulterebbe pari ad almeno 3 milioni di euro, che passerebbe a 4 milioni di euro tenendo conto anche della quota di TARSU che il Comune non riesce, e non riuscirà, a riscuotere (con l’ipotesi riscossione al 70%);

- comunque accettare l’ipotesi di costo del servizio fissato dalla Dedalo significa spogliarsi del proprio potere pubblico impositivo fissato dalla legge per come ribadito dalla sentenza n.8313 della Corte di Cassazione sezioni unite civili in data 8/4/2010. In tale sentenza la Cassazione ha ribadito che il potere di fissazione della tariffa TIA spetta ai Comuni, ed a maggior ragione nel caso della TARSU, e non ai soggetti costituiti per la gestione dell’ambito territoriale ottimale ed inoltre “la gestione e la programmazione dei servizi è condizionata dalle risorse finanziarie disponibili e non viceversa. Vale a dire, deve sempre essere l’ente impositore a determinare la tariffa, assumendosene la responsabilità politica, così da ottenere il gettito ritenuto sufficiente per la gestione del servizio da affidare in concessione. Se, invece, come è accaduto nella specie, viene affidata alla società di gestione dei servizi, che agisce in regime di monopolio, anche il potere di stabilire la tariffa, questa viene sostanzialmente determinata al di fuori di ogni tipo di controllo, sia quello privato della concorrenza, sia quello politico”;

- le considerazioni della Corte di Cassazione trovano riscontro nella nuova legge regionale 9/2010 che tra le finalità ha previsto che è necessario “rendere compatibile l’equilibrio economico del servizio di gestione integrata dei rifiuti con le risorse pubbliche disponibili e con le entrate derivabili dalla riscossione della TARSU o della TIA”, soprattutto per un Comune come quello di Campobello che è passato da un costo di 800 mila euro nel 2004, quando la gestione era diretta, ad un costo applicato dalla Dedalo di 1,8 milioni per l’anno 2010, con un aumento spaventoso del costo e contestuale peggioramento del servizi fornito, a partire dallo spazzamento delle strade e dalla igienizzazione dei cassonetti;

- in sostanza in questi anni è stata la Dedalo a decidere il costo del servizio, detenendo di fatto il potere impositivo del costo lasciando ai Comuni comunque il solo compito di coprire i costi con la fatturazione del servizio e con la copertura delle spese di gestione e delle perdite, gestione dunque svincolata dal controllo politico dei singoli Consigli comunali, mentre tale potere pubblico impositivo non poteva comunque essere espropriato da un intervento legislativo, per come ribadito della sentenza della Cassazione citata;

- da ultimo si è appreso che nel mese di novembre del 2009 la Dedalo ha ricevuto un finanziamento di quasi 700 mila euro per la realizzazione di un polo tecnologico ed informatico con cui ha provveduto ad acquistare un immobile all’area Asi di Ravanusa per un importo elevato e sarebbe interessante capirne la reale utilità rispetto alle esigenze aziendali ed alle reali priorità della società come l’avvio della raccolta differenziata secondo percentuali più elevate, sapendo altresì che con legge regionale 2/2007 si era provveduto a riordinare i nuovi ambiti territoriali ottimali e dunque si corre il rischio concreto che tale immobile rimarrà inutilizzato con i nuovi ambiti che saranno uno per provincia oltre quello per le isole minori;

- in mancanza di altre elementi informativi oggettivi ed in attesa della sentenza del TAR, vista l’istanza di prelievo presentata dal Comune in data 5/5/2010, il Comune si dovrebbe attenere al contratto di gestione firmato tra le parti e su questa base determinare il costo da inserire in bilancio, in ossequio alla normativa in vigore;

- è necessario che la Dedalo per la prima volta si doti di un bilancio di previsione, che non può essere derogato se non dopo nuova autorizzazione dell’assemblea dei Sindaci, formulando un’ipotesi di riduzione del budget di almeno il 20% ed un’organizzazione del servizio per raggiungere la percentuale minima di raccolta differenziata e di recupero di materia previste dalla legge regionale 9/2010, rispettivamente pari al 20% ed al 15%;

- con circolare n.1788 dell’8/6/2010 l’Assessore all’Energia ed ai Servizi di pubblica utilità ha inviato i Comuni ad approvare i bilanci di previsione allegando i conto consuntivi delle società di ambito, precisando che “i costi da coprire non sono soltanto quelli risultanti dal contratto di servizio, ma anche quelli generati dalla gestione (ad esempio perdita di esercizio), che devono essere coperti dai Comuni interessati (Corte di Conti Lazio, sez. Controllo Del. n.46/2008), fermo restando l’obbligo di avviare, in questo caso l’azione di responsabilità nei confronti degli amministrazioni delle Società d’Ambito” e che comunque gli enti locali restano “onerati di accertare l’esistenza di spese improprie nella gestione degli ATO, essendo perciò obbligati ad agire nell’esercizio dei poteri del Socio, al fine di ricondurre a regolarità la gestione”;

- sul punto è anche intervenuta la Corte dei Conti che ha evidenziato che il ripiano delle perdite si traduce nei fatti, vista la mancanza di un bilancio di previsione, in un rimborso di spesa “a piè di lista” e quindi può è considerato in sostanziale violazione dell’art.238, comma 3, del D.lgs. n.152 del 2006;

ritenuto

- importante ed opportuno che il Consiglio comunale esprima la propria volontà attraverso un proprio atto di indirizzo all’Amministrazione attiva ed ai funzionari comunali;

- che comunque rientra nelle facoltà del Consiglio comunale in sede di bilancio di previsione rideterminare il costo del servizio di igiene urbana sulla base delle risorse disponibili e di quelli acquisibile tramite la riscossione della TARSU, in ossequio al rispetto del principio fissato dalla legge regionale 9/2010,
per quanto premesso, considerato e ritenuto il Consiglio Comunale di Campobello di Licata,

CHIEDE

- al Sindaco nel formulare le tariffe TARSU per l’anno 2010, in manca di elementi informativi oggettivi forniti dalla Dedalo, di tenere conto del costo del servizio calcolato sulla base del contratto di gestione firmato tra il Comune e la Dedalo nell’anno 2005, contratto che prevede un costo medio per abitante di euro 103,67, di rispettare un principio di gradualità, di tenere conto nel calcolo della TARSU della popolazione effettiva al 31/12/2009;

- al funzionario competente nel predisporre il bilancio di previsione, per le medesime considerazioni, di attenersi al contratto di gestione firmato tra la Dedalo Ambiente S.p.A. ed il Comune di Campobello di Licata;

INVITA

- il Consiglio di Amministrazione della Dedalo ad adottare urgentemente il conto consuntivo 2009 da sottoporre all’approvazione dell’assemblea dei soci, in quanto è necessario allegarlo obbligatoriamente ai bilanci di previsione che ogni singolo Comune dovrà approvare, per come ribadito dalla circolare n.1788 dell’8/6/2010 dell’Assessore all’Energia ed ai Servizi di pubblica utilità;

- il Consiglio di Amministrazione della Dedalo a predisporre in via urgente ed inderogabile il piano industriale ed il bilancio di previsione, con una riduzione del budget di almeno il 20% rispetto al 2009 e con un’organizzazione del servizio per raggiungere la percentuale minima di raccolta differenziata e di recupero di materia previste dalla legge regionale 9/2010, rispettivamente pari al 20% ed al 15%;

- il Presidente della Dedalo a fornire al Consiglio comunale di Campobello una relazione dettagliata contenente le motivazioni e l’utilità dell’acquisto di un immobile in area ASI Ravanusa avvenuto alcuni mesi fa e perché è stato ritenuto prioritario rispetto ad altri progetti trasmessi dalla Dedalo alla Regione;

- il Sindaco di Campobello, qualora la Dedalo non provveda urgentemente a quanto sopra descritto, a farsi promotore della convocazione dell’assemblea dei soci per dare avvio alla gestione liquidatoria, prima ancora della costituzione delle S.R.R, anche perché a giudizio dei sottoscritti consiglieri la Dedalo non è in grado di quantificare la reale massa attiva e passiva della società per come previsto dalla legislazione vigente, atteso che vi sono differenze tra i crediti e debiti del Comune di Campobello di Licata e quelli indicati nei bilanci della Dedalo, per come è facilmente riscontrabile dai bilanci;

DIFFIDA

- il Presidente della Dedalo a parlare di una ipotesi di termovalorizzatore in zona ASI atteso che ad oggi su quel terreno esiste un’ipotesi di realizzazione di impianto di compostaggio mentre non esiste nessuna delibera assembleare che autorizzi il rappresentante legale della Dedalo a perseguire l’obiettivo di costruzione di un termovalorizzatore;

- per le stesse motivazioni il Sindaco di Campobello di Licata a parlare di disponibilità a realizzare un termovalorizzatore nel territorio di Campobello atteso che non è previsto nell’attuale piano regolatore comunale.
Campobello di Licata, 11/6/2010

Firmato

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