domenica 2 novembre 2008

Il Prezzo della benzina e quello del petrolio




Esiste una correlazione tra prezzo del petrolio e prezzo del carburante?
Perché quando aumenta il prezzo del petrolio aumenta anche in prezzo del carburante e mentre quando abbassa il prezzo del petrolio non abbassa anche il prezzo del carburante?
Quale è la relazione tra cambio dollaro/euro e prezzo del carburante?
Queste sono domande che ci facciamo e molte volte non riusciamo a dare una risposta.
Proviamo, dunque, a capirne qualcosa in più invitandovi a leggere un interessante articolo di Carlo Stagnaro apparso sul giornale “Il Foglio” del 30/10/2008 dal titolo “dati alla mano, ecco perché i petrolieri non possono barare sul prezzo della benzina” (link).
Vi consiglio anche di leggere un focus dello stesso autore pubblicato nel sito web dell’Istituto Bruno Leoni (link).
Qui troverete anche un grafico dove è possibile verificare l’andamento del prezzo della benzina e del petrolio dal 2002 al mese di ottobre di quest’anno (link).

Vediamo come si compone il prezzo del carburante prendendo come riferimento i dati pubblicati dalla Direzione Generale Energia e Risorse Minerarie del Ministero dello Sviluppo Economico.
Ogni martedì viene pubblicata la struttura del prezzo medio nazionale dei prodotti petroliferi, prezzo medio elaborato secondo la procedura definita con decisione 1999/280/CEE.
Al 27/10/2008 il prezzo medio del gasolio auto era pari a € 1,232 al litro di cui € 0,628 totale imposte (€ 0,423 accisa e 0,205 iva) e € 0,604 prezzo al netto delle imposte.
In sostanza dunque le imposte per quel giorno hanno inciso il 51% per il prezzo del gasolio auto, il 61,2% per il prezzo della benzina senza piombo, il 34,9% per il prezzo del GPL auto ed il 50% del prezzo del gasolio per riscaldamento.
Le percentuali variano in funzione dell’andamento del prezzo dei carburanti e l’incidenza è maggiore quando il prezzo del carburante si abbassa (in questo caso poiché le accise sono fisse incidono di più in percentuale) e minore nel caso contrario. Nello specifico le accise sono pari a: 0,564 €/litro per la benzina senza piombo, 0,423 €/litro per il gasolio auto, 0,125 €/litro per il GPL auto e 0,403 €/litro per il gasolio da riscaldamento e per autotrazione. L’aliquota iva è del 20% e si applica anche sull’accisa.
Tra le componenti dell’accisa ci sono ancora voci che vengono dal passato ovvero: 1,90 lire per la guerra di Abissina del 1935, 14 lire per la crisi di Suez del 1956, 10 lire per il disastro del Vajont del 1963, 10 lire per l’alluvione di Firenze del 1966, 10 lire per il terremoto del Belice del 1968, 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976, 75 lire per il terremoto dell’Irpinia del 1980, 205 lire per la missione in Libano del 1983, 22 lire per la missione in Bosnia del 1996, 29 lire per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004 e così via. Inoltre, ci sono Regioni che dal 1999 hanno la facoltà di tassare i carburanti (esempio Campania, Molise, Liguria, Puglia).
Per chi volesse verificare il prezzo medio della benzina senza piombo, del GPL auto e del gasolio per riscaldamento si rinvia al seguente link.
Per chi volesse approfondire il confronto dei prezzi industriali del carburante nei paesi dell’UE si rinvia al seguente link e quello dei prezzi al consumo al seguente link.

Mediamente il costo industriale del carburante incide per il 30% sul prezzo complessivo. Le voci che compongono questo costo sono diversi, ovvero il costo del prodotto raffinato, Il costo di deposito del prodotto su deposito costiero o altri siti, Il trasporto primario e secondario, il costo di stoccaggio su deposito interno, le spese di ufficio e del punto vendita ed il margine al gestore.
In un articolo del 2005 della FAIB (Federazione Autonoma Italiana Benzinai) è stato scomposto il prezzo del carburante in questo modo (esempio per il costo del gasolio per auto): prezzo medio € 1,138 (100,00%), di cui Iva € 0,190 (16,70%), accisa € 0,413 (36,29%, allora l’accisa era 0,413 euro) per un totale fiscalità pari a € 0,603 (52,99%). Il prezzo industriale era pari a € 0,535 (47,01%) di cui prezzo Platts’ € 0,356 (31,28%), ricavo industriale € 0,148 (13,01%) e margine gestore € 0,031 (2,72%).
Per chi volesse approfondire si rinvia al link dell’articolo.

In definitiva dunque è la fiscalità ad incidere maggiormente sul prezzo dei carburanti con punte del 61,2% per il prezzo della benzina senza piombo (al 27/10/2008), mentre il prezzo industriale (differenza tra prezzo al consumo e componente fiscale) ha pochi margini di oscillazioni.

Abbiamo visto che tra le voci del prezzo industriale rientrano i costi della materia prima, di raffinazione, di stoccaggio, di distribuzione primaria e secondaria, i margini del gestore nonché i margini industriali.
Sul margine lordo, che è dato dalla differenza tra il prezzo industriale ed il costo all’importazione nella zona mediterranea dei prodotti raffinati, ossia la quotazione Platts Cif Med, incidono i costi della distribuzione, di stoccaggio ed i margini dei gestori e delle compagnie petrolifere. Incide dunque l’efficienza/inefficienza della rete distributiva italiana che rispetto agli altri paesi è contraddistinta dalla capillarità della rete di distribuzione dei carburanti, dalla mancanza di punti vendita senza personale, dalla riluttanza del consumatore italiano a preferire il rifornimento self-service a quello servito, dall’esistenza di rigide norme su orari d’apertura e dalla mancata apertura ai servizi non-oil presso i punti vendita italiani.
Lo spazio di intervento che residua per le politiche commerciali delle compagnie e per una concorrenza di prezzo è quindi limitato al solo margine lordo delle compagnie, stimabili intorno a 15 centesimi di euro per litro.
Lo Stato Italiano, invece, potrebbe adottare due misure per consentire un risparmio al consumatore, calcolare l’iva solo sul prezzo industriale e non anche sull’accisa, diminuire l’importo dell’accisa di qualche punto percentuale.

Focus sull’accisa sui carburanti
Sul prezzo industriale del carburante si applica l’accisa. Le più importanti sono quelle relative ai prodotti energetici, all’energia elettrica, agli alcolici ed ai tabacchi.
Come abbiamo visto attualmente l’accisa sui carburanti è pari a 0,564 €/litro per la benzina senza piombo, 0,423 €/litro per il gasolio auto, 0,125 €/litro per il GPL auto e 0,403 €/litro per il gasolio da riscaldamento e per autotrazione (vedi dettaglio, link).
Tali valori hanno subito modifiche nel corso del tempo.
A livello comunitario è stata emanata una direttiva (2003/96/CE del 27/10/2003) per ristrutturare il quadro comunitario per la tassazione dei prodotti energetici e dell’elettricità.
Secondo l’articolo 4 i livelli di tassazione applicati dagli Stati membri non possono essere inferiori ai livelli minimi di tassazione fissati, ovvero 421 euro per 1000 litri di benzina con piombo, 359 euro per 1000 litri di benzina, 302 euro per 1000 litri di gasolio e di cherosene (330 dal 01/01/2010), 125 euro per 1000 kg di GPL.
In Italia dunque il livello di tassazione è superiore del 57,1% per la benzina e del 40% per il gasolio rispetto ai minimi comunitari.

Ma lo Stato Italiano quando incassa annualmente dall’accisa e dall’iva?
Secondo uno studio della FIGISC (Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti) nel 2007 sono stati spesi 56,2 miliardi di euro per il consumo di benzina e gasolio di cui 21,2 miliardi di euro per la benzina (37,8%) e 34,9 miliardi di euro per il gasolio (62,2%). Le imposte (accise e imposta sul valore aggiunto) hanno inciso per 31,7 miliardi di euro, ovvero una quota che vale il 56,4% (in diversa misura tra benzina e gasolio) della spesa.
Secondo, invece, la relazione annuale dell’Unione Petrolifera le entrare fiscali complessive dei prodotti petroliferi nel 2007 sono stimate pari a 36,54 miliardi di euro di cui 24,35 miliardi di euro dal gettito accise (8,85 sulle benzene, 13,55 sui gasoli, 0,15 sugli oli combustibili e 1,79 miliardi di euro su altri prodotti) e 12,1 miliardi di euro da quello Iva.
Se consideriamo i dati relativi alla vendita di benzina e gasolio in Sicilia è possibile stimare l’importo dell’accisa e dell’iva (prezzi al 27/10/08 e iva con aliquota percentuale del 16,7% benzina e 16,6% gasolio). Nell’ specifico nel 2007 l’accisa maturata sui litri venduti è risultata pari a 1,6 miliardi di euro (718,9 miliardi di euro per la benzina e 832,2 miliardi di euro per il gasolio), mentre la stima dell’iva è pari a 673 milioni di euro per un’imposizione fiscale complessiva di 2,2 miliardi di euro.
In provincia di Agrigento invece l’accisa maturata sui litri venduti è risultata pari a 104,4 milioni di euro di cui 49,4 milioni di euro per la benzina e 55 milioni di euro per il gasolio, mentre l’iva risulterebbe pari a 45,2 milioni di euro per un’imposizione fiscale complessiva di 149,7 milioni di euro.

Focus sulla rete di distribuzione
In Italia gli impianti di distribuzione sono 22.450 di cui 464 autostradali, 8.222 stazioni di servizio, 6.357 stazioni di rifornimento e 7.457 impianti minori.
La media dell’area territoriale servita da un impianto è pari a 13,4 km2 mentre la media degli abitanti serviti da ogni impianto è pari a 2.583.
In Sicilia gli impianti di distribuzione sono, secondo il campione dell’Unione Petrolifera, pari a 1.762 di cui 23 autostradali, 1.652 con gasolio e 68 con GPL.
Secondo uno studio della FIGISC i punti di forza degli impianti di distribuzione sono la capillarità territoriale, l’ampia scelta tra opportunità di prezzo (fai da tè, sconti, diversificazione dei marchi) per il consumatore per cui il prezzo è il fattore più importante, l’ampia scelta tra opportunità di servizio per il consumatore cui il servizio è il fattore più importante, la professionalità diffusa della categoria per i servizi accessori dedicati al mezzo (riparazioni minute, lavaggi, eccetera) e risorsa dedicata al servizio (50 mila addetti). Tra i punti di debolezza la sovrabbondanza della rete (alcune migliaia di impianti in più), l’obsolescenza di una quota della rete (dal 25 al 30%), la scarsa diffusione della selfizzazione post payment (solo il 20%), la scarsa diffusione dei servizi non oil (solo il 20%), il basso erogato per impianto.
Non si hanno stime per la provincia di Agrigento.
Per fare ciò possiamo ricorrere ai dati dell’Osservatorio Nazionale al Commercio che censisce gli esercizi specializzati nella vendita di carburanti.
Secondo i dati dell’Osservatorio al 30/06/2008 sono 24.393 gli esercizi in Italia specializzati nella vendita di carburanti, 2.292 in Sicilia e 171 in Provincia di Agrigento.
Nel nostro Comune gli impianti sono tre, due della Q8 ed uno della Esso (fino a qualche giorno fa dell’AGIP) per una produzione stimata annua di quasi 5 milioni di litri.

Stima della vendita di carburante
Secondo il notiziario della FIGISC dello scorso luglio, nel 2007 sono stati venduti in Italia 15.745,5 milioni di litri di benzina e 31.023,7 milioni di litri di gasolio.
La benzina si vende per l’89% sulla rete ordinaria, percentuale che scende al 53,6% per il gasolio, per una media complessiva del 65,5% sulla rete ordinaria.
In Sicilia nel 2007 sono stati venduti 1.274,7 milioni di litri di benzina e 1.967,5 milioni di litri di gasolio.
La benzina per il 95% viene venduta tramite la rete ordinaria, percentuale che scende al 61,9% per il gasolio.
Nella provincia di Agrigento nel 2007 sono stati venduti 87,6 milioni di litri di benzina, di cui il 97,8% tramite la rete ordinaria ed il 2,2% tramite l’extrarete, mentre il gasolio venduto è risultato pari a 130,1 milioni di litri, di cui il 75,9% tramite la rete ordinaria ed il 24,1% tramite l’extrarete.

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