martedì 5 ottobre 2010

Le ragioni politiche di una candidatura realmente unitaria alla segreteria provinciale del PD

L’occasione del rinvio, al prossimo 8 ottobre, della presentazione delle candidature alla carica di segretario provinciale del PD di Agrigento doveva servire per aumentare i momenti di confronto e dibattito, fin’ora sostanzialmente assenti, al fine di raggiungere, realmente, una linea unitaria nel partito.

Registro che ad oggi tale risultato non è stato ancora raggiunto, forse anche a causa della discussione ristretta ai soli eletti al Parlamento nazionale e regionale, frenando la voglia di fare di chi sta nelle retrovie, e non aperta agli eletti nei Comuni o alla Provincia, o forse perché la ricandidatura dell’attuale Segretario provinciale non viene percepita, giusto o sbagliato che sia, all’interno come all’esterno, come unitaria e politicamente opportuna per il rilancio del partito, per cui proverò a delineare, dal mio punto di vista, scevro da giudizi sulle singole persone, il profilo di una candidatura realmente unitaria evitando al momento di indicare un nome che possa sposare in pieno tale profilo.

È necessario, naturalmente, partire dal tesseramento e quindi dai numeri, ma il dato da solo non basta anche perché quei numeri ci dicono che c’è stata una polemica nel tesseramento in molti Comuni, anche di grande dimensione, che ha visto investito la Commissione regionale e nazionale di garanzia e lo stesso tesseramento proiettato alle primarie aperte ci consegna un partito, dati alla mano, in cui non vi è una linea politica a prevalere nettamente sulle altre, tranne la mozione Bersani a livello nazionale.

Come ho detto all’inizio al momento gli spazi di dibattito pubblico sono stati assenti, l’unico che io ricordi è avvenuto durante la festa democratica nel Comune di Campobello di Licata ed ha visto la presenza del Senatore Adragna, degli Onorevoli Capodicasa, Di Benedetto, Panepinto e dell’attuale Segretario provinciale.

In quel dibattito, seppur parziale e limitato territorialmente, sono emerse alcune indicazioni chiare ovvero l’auspicio di una rinnovata unitarietà nel segno della discontinuità e dell’inclusione.

Oggi, invece, si corre il rischio che aumentino i momenti di scontro, come peraltro sta già avvenendo, consegnando al nuovo Segretario, quale che sia, un partito dilaniato e soprattutto percepito all’esterno come un partito profondamente diviso.

A mio giudizio, e non solo, la nuova stagione del Partito Democratico in Provincia di Agrigento deve ripartire dai territori e dai tanti dirigenti ed eletti nei Consigli comunali e Provinciale, che ogni giorno affrontano le tante emergenze quotidiane, e deve tendere al superamento dell’immobilismo ed all’inclusione, ad una gestione unitaria, non di facciata, ad una maggiore sinergia con la deputazione nazionale e regionale, alla formazione di un gruppo dirigente autorevole ed agile e che soprattutto deve tendere ad essere più vicino alla gente.

Un partito che analizza nel profondo e con schiettezza le tante problematiche che attanagliano la nostra provincia, relegata agli ultimi posti di tantissime graduatorie, un partito che discuta, anche in maniera aspra, ma che poi decide, possibilmente in modo unitario, vincolando tutti gli eletti ed i dirigenti.

Un partito che non guarda solo a se stesso ma si apra alla società nelle sue varie articolazioni sociali, imprenditoriali e culturali, in un rinnovato patto sociale, un partito che coglie le novità del nuovo panorama politico definendo le giuste alleanze.

Un partito insomma che deve essere percepito all’esterno non più per le divisioni e lotte continue ma per l’autorevolezza, la credibilità dei propri dirigenti e la prontezza nell’affrontare i problemi.

Sui tanti temi che riguardano lo sviluppo del territorio deve avviare un’ampia consultazione, individuando anche soluzioni nuove, non dimenticando mai i valori che hanno contraddistinto i partiti e contribuito a costruire il PD.

La lotta alla precarietà, gli ultimi, gli esclusi, gli emarginati, i nuovi espulsi dal mondo del lavoro, anche quello più qualificato, oltre che temi nazionali e regionali, devono diventare argomenti quotidiani del PD di Agrigento, così come i servizi pubblici locali quali l’acqua ed i rifiuti, vere emergenze di questa Provincia contraddistinta, salvo rare eccezioni, da un servizio scadente, caro ed inefficiente.

La tutela della salute nei vari territori, soprattutto quelli che in passato hanno avuto un forte impatto industriale e quelli minacciati da nuove infrastrutture pesanti, così come la ecosostenibilià, il rilancio delle aree industriali, la valorizzazione del sistema agroalimentare e le integrazioni con il turismo, la rete dei distretti produttivi, il rilancio del polo universitario devono contraddistinguere le politiche del PD provinciale.

Per fare tutto ciò è necessario quindi eleggere un nuovo gruppo dirigente e nello stesso tempo, a mio giudizio, eleggere un nuovo Segretario provinciale che deve avere la capacità e la pazienza di includere e fare dialogare tutte le anime che contraddistinguono il nostro partito, anche quelle che hanno creato le polemiche più aspre, con un patto di ferro per far cessare tutte le ostilità e lavorare finalmente per la crescita del partito.

Auspico che tale compito venga affidato ad una persona capace di interpretare tale ruolo, autorevole, che abbia già dimostrato capacità di inclusione e che con l’aiuto di tutto il gruppo dirigente possa realmente rilanciare il partito, assicurando una vera gestione unitaria.

Chiedo a coloro che, sulla carta, detengono il numero più elevato di tessere di fare uno sforzo in più, e se non ci riescono, allora chiedo a loro un passo indietro per assicurare al partito molti passi in avanti, così come chiedo a tutti i Parlamentati un supplemento di istruttoria e di uscire allo scoperto, anche se per loro il tempo sembra che sia scaduto, altrimenti sarebbe più onesto mettere in campo le diverse proposte politiche da confrontare nel congresso, anche se i numeri di questo congresso appaiano già viziati.

Nel mio piccolo è quello che sto facendo a Campobello di Licata.

Infatti, l’anno scorso dopo aver vinto le primarie ed aver affrontato una dura campagna elettorale, non avendo avuto l’appoggio di una parte del partito, si è creata una forte frattura nel partito che oggi, seppur con fatica, stiamo cercando tutti insieme di superare, individuando un nuovo segretario quanto più terzo possibile (nonostante la prevalenza nel tesseramento) che possa garantire l’unitarietà del partito e possa far fare al partito stesso un passo in avanti.

Il tempo sta per scadere, è arrivato il momento che anche i tesserati e gli eletti in provincia, ai vari livelli, facciamo sentire la propria voce lavorando sul serio su una candidatura unitaria, altrimenti si corre il rischio di vedere un film già visto e rivisto, con le solite polemiche, le solite divisioni, il solito arretramento elettorale e la distanza sempre più profonda tra partito e società.

Su questo e su tanti altri temi si gioca la credibilità del nuovo gruppo dirigente e soprattutto la possibilità di ritornare al governo dei tanti Comuni e della Provincia di Agrigento ed alla conferma nel Comune di Agrigento.

Campobello di Licata, 5/10/2010

Giuseppe Sferrazza
Capogruppo del PD al Consiglio comunale di Campobello di Licata

Nessun commento: