martedì 20 gennaio 2009

Lo Statuto possibile



Finalmente anche la Sicilia si allinea con le altre Regioni d’Italia, approvando lo statuto.

Tutto ciò dimostra che in Sicilia il concetto di autonomia viene utilizzato a piacimento da molti dirigenti del PD.

Alla fine su molti punti si è deciso di rinviare alle norme nazionali.

Ma veniamo alla cronaca della giornata di Sabato.

Da buon costituente mi accredito e registro.

Accredito n.1, forse sono arrivato troppo in anticipo.

Dopo la nomina degli scrutatori e le norme procedimentali si è passato alla votazione del primo documento, ovvero quello della Commissione Valori.

Devo dire che l’unico punto su cui ci si è soffermati un po’ è stato quello relativo alla sospensione da partito in casi particolari.

Si è aperto il dibattito (tra i tanti la proposta dell’On.le Speziale Presidente della Commissione antimafia regionale) ed alla fine è prevalso un mix tra la linea dura ed una garantista.

Si è deciso che vanno sospesi dal partito tutti coloro che subiscono un rinvio a giudizio per reati di mafia, droga e per reati gravi contro la persona, ma anche nel caso di condanna, anche in primo grado, per reati contro la Pubblica Amministrazione.

Gli altri documenti posti in votazione, sono stati approvati senza emendamenti e con una certa velocità.

Il primo era quello relativo al programma, su cui il sottoscritto ha lavorato ed il secondo alle infrastrutture.

Per quanto riguarda lo Statuto, molti articoli sono stati votati all’unanimità e molti altri a maggioranza.

Alla fine si è discussa la bozza di statuto approvato il 31/07/08 dalla Commissione Statuto con gli emendamenti proposti e con la rinumerazione degli articoli, da 49 a 45.

Nella sostanza è prevalsa la linea delle primarie, anche se meno rafforzate.

In tal senso si utilizzeranno le primarie aperte agli elettori e non solo agli iscritti per la scelta del candidato alla carica di Sindaco, Presidente della Provincia e della Regione, così come ribaditomi dalla Presidenza durante il mio intervento, ma anche per l’elezione del Segretario Regionale del PD.

In quest’ultimo caso, tuttavia, verranno eletti con le primarie solo il 60% dei componenti dell’assemblea regionale (eletti nelle liste a supporto delle candidature a segretario regionale), mentre il 40% dei componenti verranno eletti dalle Assemblee delle Unioni Provinciali.

Il segretario cittadino e provinciale non verranno eletti con le primarie. Io avevo chiesto che si lasciassero i territori decidere su questo punto, ma è prevalsa la linea di non fare le primarie in questi due casi.

Ci saranno primarie riservate agli iscritti per la scelta delle persone da inserire nelle liste bloccate, ove presenti (leggasi per la elezione alla Camera dei Deputati ed al Senato della Repubblica).

Ad ogni modo, per quanto riguarda le primarie (art.24 e non più 26) si rinvia allo Statuto Nazionale e nello specifico agli articoli 18, 19 e 20.

È stata decisa la incompatibilità tra la carica di Parlamentare Europeo, Nazionale e Deputato Regionale con la carica di Sindaco, Assessore e consigliere comunale dei comuni con una popolazione maggiore di 10 mila abitanti.

Per quanto riguarda il limite di mandato è stato previsto che non è ricandidabile da parte del PD Sicilia per la carica di componente del Parlamento Europeo, Nazionale e dell’Assemblea Regionale chi ha ricoperto dette cariche per la durata di 3 mandati. Devo dire che questo punto è rimasto un po’ ambiguo.

Dall’articolo 28 in poi la votazione è stata velocissima, anche perché c’era la condivisione di tutta l’assemblea.

Alla fine lo Statuto è stato votato all’unanimità.

Nelle norme transitorie e finali si è deciso che l’Assemblea Costituente Regionale eletta il 14/10/07 assume le funzioni attribuite dallo Statuto all’Assemblea Regionale, il Presidente dell’Assemblea Costituente Regionale assume il ruolo di Presidente dell’Assemblea Regionale e sono valide l’elezione del Vice-Segretario Regionale, del Tesoriere Regionale, della Direzione Regionale e la nomina dell’Esecutivo Regionale.

Nelle norme transitorie si è altresì stabilito che fino alla prossima elezione dei rispettivi livelli è riconosciuta valida la composizione delle assemblee territoriali e comunali senza distinzione tra quota elettiva e quota per funzione.

Ciò significa ad esempio che l’attuale circolo territoriale del PD di Campobello di Licata continuerà così fino al prossimo congresso, presumibilmente il prossimo autunno.

Infine, poiché nel mese di marzo si provvederà ad un congresso straordinario per la elezione del segretario regionale, si è deciso che il regolamento che dovrà approvare la Direzione Regionale dovrà tenere conto dello Statuto approvato.

Nella fattispecie lo statuto prima di entrare in vigore deve essere approvato da una commissione nazionale, mentre nelle more si potrebbe celebrare il congresso regionale.

Per evitare brutte sorprese, si è deciso che comunque la Direzione Regionale deve tenere conto nell’adozione del regolamento elettorale dello Statuto approvato, ancorché non entrato in vigore.

Complessivamente si poteva fare di più.

Comunque tutto ciò è un buon passo in avanti.

Tutti dobbiamo convincerci che il PD è un partito nuovo e non un nuovo partito, che deve cambiare anche nelle abitudini, nell’approccio alle cose e nei metodi, ma soprattutto il PD deve osare di più, i singoli dirigenti devono osare di più.

Vi invito in tal senso a leggere un articolo di Mario Pirani apparso sul giornale di Repubblica di ieri (link), dal titolo “Primarie vere, salvavita per il PD”, ma soprattutto mi ha colpito un intervento di oggi durante una trasmissione sul PD su Repubblica TV del Presidente della Provincia di Firenze, Matteo Renzi (link, seconda parte, dal minuto 24:58 in poi).

Il Presidente ha appena 34 anni ed è in procinto di candidarsi alle primarie per la scelta della carica di Sindaco di Firenze.

Lo stesso sostiene che il PD deve osare di più, ma anche i dirigenti devono osare di più.

Lui ad esempio ha scelto di candidarsi per cambiare Firenze, per portare avanti una diversa politica rispetto all’Amministrazione uscente, retta dallo stesso partito.

Per fare questo si è messo in discussione, accettando la sfida, anche al costo di uscire sconfitto ed uscire di scena.

Ecco cosa dice testualmente “Mi sembra che in questo partito abbiamo un po’ troppo paura di rischiare. Io, invece, dal mio punto di vista ho fatto una scelta anche un po’ folle, perché a 34 anni mi sono rimesso in discussione. Se vinciamo proviamo a cambiare Firenze, ma vorrei dire, a cambiare il PD; se perdiamo vorrà dire che cambiamo mestiere, almeno uno non perde la faccia e non rimane dentro un giochino che sinceramente dopo un po’ fa venire la nausea anche agli addetti ai lavori”.

Sposo in pieno queste parole.

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