sabato 3 ottobre 2009

Il tesseramento al PD di Campobello di Licata e le dichiarazioni dell’avv. Marengo

Alcuni giorni fa l’avv. Marengo, tesserato al PD di Campobello di Licata, ha affermato che l’anagrafe degli iscritti di Campobello di Licata è stata manomessa e quindi alcune persone “regolarmente tesserate” non hanno potuto esercitare il loro diritto di voto, per cui si è impedito con “azioni illegittime ad alcune persone l’esercizio dei propri diritti”. Lo stesso, inoltre, afferma che è “stata un’operazione che ha voluto colpire una certa componente per favorire quella che, in questo momento, è maggioranza nel coordinamento cittadino”. Due giorni fa è ritornato sull’argomento diffondendo una email tra gli iscritti al PD pubblicando la sua nota nel suo blog.

In merito al tesseramento è opportuno precisare quanto segue.

Al circolo di Campobello sono state rilasciate, a più riprese, 201 tessere che entro il 21 luglio c.a., data di scadenza del tesseramento, sono state rilasciate a coloro che ne hanno fatto richiesta.

Di queste 201 tesserati nel frattempo alcune persone hanno perso i requisiti per la permanenza della tessera.

Tre persone, infatti, hanno consegnato la propria tessera al Sen. Lumia che successivamente le ha consegnate al coordinatore provinciale, tre persone hanno sostenuto apertamente una lista ed un candidato a Sindaco diverso da quello scaturito dalle primarie del PD, mentre ad un’altra persona è stata erroneamente rilasciata la tessera.

L’ufficio di adesione ha dunque proposto per queste persone alla Commissione di Garanzia provinciale il ritiro della tessera, tutte citate nel verbale del 25/7/2009 trasmesso alla Commissione.

In conseguenza di questa proposta i tesserati sono diventati 194.

Sono, altresì, pervenute al circolo di Campobello n.19 richieste di adesione on-line, trasmesse con email al coordinatore, nonché ulteriori n.46 richieste di adesione presso la sede del circolo.

Per quanto riguarda le 19 richieste on-line 6 sono state accolte (di cui 2 tessere già rilasciate e 4 saranno rilasciate non appena verranno consegnate le tessere al circolo di Campobello), 4 richieste non sono state accolte per mancanza dei requisiti (2 persone si sono candidate ed altre 2 persone hanno appoggiato liste e candidati a Sindaco diversi da quello indicato dal PD) e 9 richieste non sono state accolte poiché non hanno ritirato la tessera al circolo del PD, come da regolamento, entro la data di scadenza del tesseramento.

Per quanto riguarda, invece, le altre 46 richieste una sola non è stata accolta poiché trattasi di una persona che si è candidata in una lista ed ha appoggiato un candidato a Sindaco diverso da quello indicato dal PD, mentre per le altre 45 richieste (49 in totale, ovvero 45 più le 4 richieste on-line) si è in attesa di ricevere la tessera per la consegna al tesserato e comunque queste persone fanno già parte dell’anagrafe degli iscritti.

L’avv. Marengo afferma che “l’ufficio di adesioni di Campobello non ha alcun potere circa la valutazione delle cause che non consentono ad una persona di tesserarsi”, tuttavia dimentica che il regolamento per il tesseramento prevede al punto 8 che allorquando, sulla base dello Statuto e del Codice etico, il Coordinamento del circolo ritenga non vi siano i presupposti per il rilascio della tessera, è tenuto a comunicare all’ufficio provinciale le generalità e le motivazioni dell’avvenuto rifiuto, esattamente quello che ha fatto il coordinamento cittadino per il tramite dell’ufficio di adesione.

Marengo afferma altresì che “se l’ufficio adesioni di Campobello, al momento della redazione dell’anagrafe esclude qualcuno, la Provincia non potrà esserne a conoscenza” in questo caso Marengo non sa che l’ufficio di adesione nel verbale dello scorso luglio ha comunque citato tutti i nominativi delle persone che si erano presentate al circolo o avevano fatto richiesta on-line, non operando quindi nessuna manomissione.

Esistono, inoltre, alcune tessere fatte da una persona non appartenente al partito di Campobello di Licata e non autorizzata dall’ufficio di adesione di Campobello al rilascio delle tessere. Ancorché trattasi di un dirigente del partito, segretario del PD di Canicattì, tali tessere non potevano essere accettate, come peraltro già chiarito con il segretario provinciale del PD e la commissione di garanzia. La stessa persona, infatti, era stata autorizzata a consegnare le tessere all’ufficio di adesione e non a compilarle e rilasciarle. L’autorizzazione al rilascio delle tessere al massimo viene data dalla Commissione provinciale per il tesseramento.
Delle 22 persone citate nel comunicato da Marengo, 8 hanno fatto richiesta on-line, una risulta iscritta nell’anagrafe e le rimanenti 13 persone con tutta probabilità hanno fatto la tessera con il segretario del PD di Canicattì.

Al momento, dunque, la commissione di garanzia provinciale ha approvato e certificato l’anagrafe degli iscritti come è stata trasmessa dall’ufficio di adesione di Campobello, la Commissione poteva e può ancora procedere alle modifiche all’anagrafe, per tenere conto delle altre persone citane nel verbale dell’ufficio di adesione, e quindi si rimane in attesa dell’eventuale diversa decisione, ma nessuno può parlare di manomissione dell’anagrafe, a meno che si vuole essere in malafede.

Ci sarebbe, invece, al di là delle questione formali, molto da dire sul tesseramento di alcune persone che sicuramente non hanno appoggiato il partito nelle ultime elezioni amministrative e che oggi reclamano la tessera al partito, ma questo all’avv. Marengo sembra non interessare, chissà perché.

Quanto all’affermazione che si è voluta colpire una ”certa componente” lascia il tempo che trova poiché basta consultare l’anagrafe degli iscritti ed accorgersi che così non è.

Ma veniamo alla questione delle primarie per la scelta del candidato Sindaco del PD, che sembra ritornato argomento di principale interesse.

Come ribadito nel comunicato diffuso due giorni fa le primarie si sono celebrate sulla base di una delibera della Commissione di Garanzia Regionale, trasmessa tramite e-mail il 6/3/2009, due giorni prima del voto, alle ore 19:34 e non alle 19:00 come asserito da Marengo (la sottolineatura è dovuta al fatto che all’orario della riunione, tenutasi al partito lo scorso 6 marzo, il coordinatore non era a conoscenza del contenuto della missiva, tanto che chiese di aspettare un altro giorno poiché era in attesa di una risposta della Commissione di Garanzia Regionale ad un ricorso avverso la delibera della stessa Commissione, inviata per email il 5/3/2009 alle ore 20:30, per difendere non una posizione o convinzione personale del coordinatore – su uno o tre gazebo - ma per difendere una decisione presa l’11 febbraio e ribadita il 4 marzo dal coordinamento cittadino – solo un gazebo).

Quindi piena regolarità e validità delle primarie.

Successivamente, dopo quasi due mesi dalle primarie, la Commissione di Garanzia Nazionale con apposito provvedimento, inviato per email il 27 aprile c.a. alle ore 18:05 a Rosario La Russsa, stabilì che rientra “nella competenza dei Comitati organizzatori delle primarie decidere – in mancanza di una diversa normativa approvata dalla corrispondente Assemblea o Direzione regionale del PD – il numero dei seggi elettorali da istituire” e “quanto sopra non per rimettere in discussione la validità delle primarie di Campobello di Licata, svoltesi 50 giorni orsono, ma per garantire un’applicazione uniforme dello Statuto e dei regolamenti in occasione delle future consultazioni primarie”.

Dunque le primarie di Campobello sono state dichiarate valide dalla Commissione di Garanzia Nazionale.

Di che cosa si doveva scusare il coordinatore cittadino? di quale comportamento? Alle primarie il coordinatore non fece altro che applicare la delibera della Commissione di Garanzia Regionale vigente al momento del voto.

Non mi sembra che la decisione della Commissione di Garanzia Nazionale sia stata sottaciuta al partito, ricordo infatti una riunione del direttivo tenutasi presso la sede di Via V. Emanuele con la presenza di Rosario La Russa alcuni giorni dopo la decisione. Inoltre, se Rosario insieme alle altre persone citate da Marengo non hanno più partecipato alle riunioni ciò è dovuto ad altri motivi, legati soprattutto al lavoro svolto presso il Comune di Campobello in qualità di funzionari e quindi in posizione terza rispetto i partiti politici di appartenenza.

Ricordo, invece, che giorno 28/4/2009 fu ufficializzata la candidatura a Sindaco di Montaperto attraverso un comunicato congiunto (link) tra movimenti civici, tra cui anche il movimento civico “democrazia e libertà”, movimento ispirato anche da uno dei candidati alle primarie del PD e da altri iscritti al PD, ovvero il giorno successivo alla decisione di cui sopra, per cui a prescindere dalla decisione della Commissione di Garanzia qualcuno aveva già deciso di prendere un’altra strada.

Vorrei, con il rischio di essere pesante con i lettori, chiarire anche la questione relativa alla decisione del comitato organizzatore di Campobello ed entrare nel merito di tale decisione, merito mai affrontato dalla Commissione di Garanzia Nazionale e che invece forse sarebbe il caso che affrontasse.

Il regolamento quadro per la selezione delle candidature alle cariche istituzionali all’articolo 3 disciplina il comitato organizzatore, organo che sovraintende alle operazioni organizzative delle primarie. Forse perché sarà formulato male o forse perché ancora oggi non l’ho capito ma il comma 1 stabilisce che “viene costituito un Comitato Organizzatore delle Primarie, eletto dall’Assemblea del livello territoriale corrispondente e composto da un minimo di 15 ad un massimo di 25 membri, nel rispetto del pluralismo interno e della rappresentanza dei territori interessati”. Si parla, dunque, di rappresentanza dei territori interessati quindi un organo quanto meno provinciale e non locale.

Ma, comunque, accettiamo l’ipotesi che trattasi di Comitato Organizzatore locale.
Tale organo doveva essere composto, secondo il regolamento, da un minimo di 15 ad un massimo di 25 membri, nel rispetto del pluralismo interno.

Ricordo, invece, che il criterio di scelta del coordinamento cittadino fu diverso, ovvero si decise all’unanimità nella riunione dell’11 febbraio tutto l’intero percorso organizzativo delle primarie e si decise di formare una “commissione elettorale di garanzia”, e non proprio un comitato organizzatore così come disciplinato dall’articolo 3, dove ognuno dei tre candidati alle primarie potevano indicare tre nominativi. Come Presidente si scelse, in comune accordo tra i candidati alla carica di Sindaco proprio per lo spirito unitario e per la votazione unanime, uno dei componenti dell’organo (vicina alla posizioni del candidato Meli), che tra l’altro aveva già presieduto le primarie per la costituzione del circolo. In quella riunione si decise di organizzare le primarie l’8 marzo in Piazza XX Settembre.

Il 18 febbraio c.a. si riunì per la prima volta la commissione elettorale, parteciparono alla riunione sei persone. In quella riunione si discusse e si votò la proposta di uno dei candidati di aumentare i seggi elettorali a tre, in tre posti diversi, nonostante la contrarietà del sottoscritto e l’assenza preannunciata di due componenti indicati dal sottoscritto. Si scelse dunque di rompere quello spirito unitario.

La proposta dei tre seggi elettorali, ovvero tre gazebo in tre posti diversi, secondo quei componenti fu approvata con tre voti favorevoli su sei componenti presenti. Mi ricordo che fino ad alcuni giorni prima la posizione di Marengo era per un seggio e poi alla riunione il suo rappresentante optò per tre gazebo ma solo in due luoghi, due in Piazza XX Settembre ed uno in Piazza Berlinguer, quindi non è vero come afferma che la sua posizione era per tre gazebo, si convinse successivamente.

Ma veniamo alla votazione.

Secondo la commissione fu approvata la proposta dei tre gazebo, uno nel quartiere di San Giuseppe, uno in Piazza XX Settembre ed un altro in Piazza Tien an Man, con tre voti favorevoli su sei componenti presenti.

Ma poteva un organo di garanzia, ripeto di garanzia, comunque, decidere con una maggioranza così risicata?

Ne maggioranza assoluta dei componenti (almeno cinque voti), ne maggioranza dei presenti (almeno 4 voti), ma solo la maggioranza relativa tra i votanti (tre voti contro due dell’altra proposta).

In un sol colpo si passò dunque dall’unanimità del coordinamento cittadino alla maggioranza relativa dell’organo di garanzia.

Solo per fare un esempio all’articolo 18 dello Statuto nazionale del PD ed all’articolo 24 dello Statuto regionale del PD Sicilia quando si parla di primarie si fa riferimento ad un regolamento quadro per le elezioni primarie che doveva essere approvato con i voti favorevoli della maggioranza degli aventi diritto dell’Assemblea del Partito Democratico del livello territoriale competente, sulla base del regolamento quadro per la selezione delle candidature alle cariche istituzionali approvato dall’Assemblea Regionale con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei suoi componenti. Inoltre l’articolo 24 parla di Commissione Elettorale di Garanzia ma anche di “organi responsabili di ricevere le proposte di candidature”, distinguendo i due organi.

Per la cronaca il regolamento quadro per le candidature istituzionali non fu approvato dall’Assemblea Regionale ma si utilizzò quello approvato dalla Assemblea Nazionale ed inoltre non è stato mai adottato il regolamento quadro per le elezioni primarie. Tuttavia qualora il coordinamento cittadino del PD si fosse dotato di un regolamento lo doveva fare con il voto favorevole degli aventi diritto e quindi con questo articolo viene sancito un criterio, ovvero che si decide giustamente con il voto favorevole della maggioranza degli aventi diritto, per cui mutuando il principio alla commissione elettorale locale la stessa poteva deliberare con il voto favorevole di almeno cinque componenti (su nove complessivi) e non mi sembra che ciò sia avvenuto, mentre sia nella riunione del coordinamento dell’11 febbraio, quando si decise il percorso unitario, che in quella del 4 marzo, quando si decise nuovamente di non approvare la scelta dei tre gazebo, il quorum del voto favorevole della maggioranza degli aventi diritto al voto fu rispettato (almeno 8 voti su 15 componenti).

Quindi anche a volere considerare competente la commissione elettorale locale a decidere sui seggi doveva, quanto meno, adottare le delibere con il voto favorevole della maggioranza degli aventi diritto, circostanza che non si verificò nella riunione in cui si decise di istituire i tre gazebo.

Per quanto riguarda i risultati delle primarie l’avv. Marengo asserisce che lo scarto del sottoscritto ed il secondo è stato di neanche 200 voti, per la verità è stato di 237 voti ovvero l’11,4% dei voti validi, per cui, sempre seguendo il suo ragionamento, con tre gazebo ci sarebbero stati qualche centinaia di votanti in più e forse il candidato a Sindaco non sarebbe stato Sferrazza.

Come fa a dimostrare ciò è un mistero, a meno che dovremmo dare credito ad una leggenda metropolitana che sussurra di un accordo tra un movimento civico ed uno dei candidati fatto qualche mese prima delle primarie, circostanza affermata da un consigliere provinciale a due dei nostri tesserati. Spero naturalmente che rimanga una leggenda metropolitana altrimenti dovrei fare altre considerazioni.
Continuando il ragionamento dell’avv. Marengo lo stesso afferma che il sottoscritto non arriva al ballottaggio per una manciata di voti, gli stessi voti che alle primarie hanno impedito a Meli di vincere.

Marengo, tuttavia, dimentica che il confronto non deve essere tra i voti in assoluto ma in rapporto alla partecipazione al voto e comunque ai voti validi; infatti in questo caso lo scarto dei voti tra il sottoscritto ed il secondo candidato alle primarie corrisponde all’11,4% dei voti validi espressi (237 su 2071 voti validi), mentre lo scarto di voti tra il sottoscritto ed il candidato che è arrivato al ballottaggio corrisponde al 3,3% dei voti validi espressi (227 su 6858 voti validi), per cui mi sembra che questa assimilazione non calzi per niente, anzi aumenta ancora di più la responsabilità di chi non ha sostenuto il sottoscritto, bastava infatti che 114 preferenze non andassero a Montaperto ma al sottoscritto e sarei arrivato al ballottaggio.

Comunque chiudendo il discorso sui gazebo e sulla partecipazione al voto, con un gazebo abbiamo dimostrato che è stata ottima la partecipazione (2087 votanti pari all’89,4% dei voti espressi per il PD alle politiche del 2008) ed abbiamo potuto conoscere, anche visivamente, gli elettori che sono venuti a votare, circostanza difficilmente verificabile con più gazebo ed in luoghi diversi.

Non sarebbe stato certamente bello vedere una partecipazione alle primarie di tantissime persone ad esempio tremila con tre gazebo e poi per come è successo una partecipazione al voto molto inferiore alle elezioni amministrative .

Personalmente sono contento di essere riuscito a raggiungere un consenso che si è avvicinato di molto al dato complessivo delle primarie, con un aumento di quasi il 67% alle elezioni amministrative del consenso personale rispetto le primarie, mi rammarico parecchio che ciò non sia stato sufficiente.

All’avv. Marengo ho ed abbiamo ribadito alcuni giorni fa, insieme ad altre persone, che nessuno di noi ha intenzione di continuare con litigi e contrapposizioni, gradiremmo tuttavia essere lasciati in pace, gradiremmo continuare nel rinnovamento del partito e della sua classe dirigente, consapevoli delle difficoltà del caso ma con la convinzione che nelle prossime elezioni amministrative il PD ritornerà al governo della città.

Chiudo quindi con questa nota, almeno da parte mia, la polemica con l’avv. Marengo anche perché voglio impegnarmi su altri fronti, come i problemi della gente e le prossime primarie regionali, con un forte sostegno al Sen. Lumia per cambiare la Sicilia.

Qui di seguito si riporta il comunicato stampa diffuso due giorni fa dai consiglieri Sferrazza e Picone del PD, nonché il comunicato stampa diffuso prima dal coordinatore cittadino del PD Giacomo Gatì.

COMUNICATO STAMPA
SOLIDARIETA’ AL COORDINATORE CITTADINO DEL PD DI CAMPOBELLO DI LICATA GIACOMO GATI’

I consiglieri comunali Giuseppe Sferrazza e Giovanni Picone del PD di Campobello di Licata esprimono piena e convinta solidarietà al coordinatore cittadino del PD Giacomo Gatì per le dichiarazioni incaute dell’avv. Marengo circa presunte irregolarità nel tesseramento, nella conduzione del partito e fino anche all’irregolarità delle primarie per la scelta del candidato Sindaco del Pd di Campobello.

Come ribadito dal coordinatore Gatì l’anagrafe degli iscritti è stata proposta alla Commissione di Garanzia Provinciale, che l’ha approvata e certificata ed è stata utilizzata nell’assemblea di circolo della scorsa domenica e che comunque la Commissione era stata informata di tutto quello che era avvenuto durante il tesseramento, con l’indicazione di alcuni nomi scritti nel comunicato di Marengo.
Circa la dichiarazione sul tentativo di sfavorire una “certa componente” per favorirne un’altra, i consiglieri comunali sottolineano che fino ad oggi questo rinnovato gruppo dirigente si è mosso in modo unitario e senza preclusione nei confronti di nessuno, accogliendo tutte le persone che volevano dare una mano al partito ed i dati dell’assemblea lo certificano, uniti nella scelta del candidato alla segreteria regionale e diversificati nella scelta del candidato alla segreteria nazionale, pluralità di posizioni politiche che arricchiscono il partito di Campobello. Inoltre, basta consultare l’anagrafe degli iscritti per accorgersi della pluralità di posizioni politiche, fino ad includere persone che sicuramente non hanno votato questo partito nell’ultima competizione amministrativa. E proprio su quest’ultimo aspetto ci piacerebbe conoscere una volta per tutte la posizione dell’avv. Marengo sul comportamento di alcune persone che hanno partecipato alle primarie del PD e poi hanno sostenuto un candidato Sindaco diverso dal PD alle elezioni amministrative, che appartengono a quella componente a cui ha fatto riferimento lo stesso, forse condividendone la strategia politica.

Per quanto riguarda le primarie per la scelta del candidato Sindaco del PD ricordiamo all’avv. Marengo che si sono svolte sulla base di una delibera della Commissione di Garanzia Regionale e che la successiva delibera nazionale fa riferimento all’interpretazione dello statuto per una fattispecie legata alla organizzazione delle primarie che varrà per le future consultazioni primarie e “non per rimettere in discussione la validità delle primarie di Campobello di Licata”, che quindi si sono svolte in modo regolare.

Consigliamo all’avv. Marengo di riflettere bene prima di parlare di “azioni illegittime”, di “una lunga serie di irregolarità a cui abbiamo assistito durante la gestione del partito da parte del coordinatore Giacomo Gatì, oppure che “l’anagrafe degli iscritti è stata manomessa” o di primarie irregolari, soprattutto se tali dichiarazioni non corrispondono alla realtà dei fatti.

Ci sarebbe piaciuto lo stesso fervore, la stessa partecipazione, la stessa voglia di lavorare per il partito durante le elezioni amministrative candidandosi al consiglio comunale; se avesse fatto tutto ciò magari oggi avrebbe maggiore credibilità.
Per fortuna gli elettori di Campobello hanno avuto la possibilità di farsi un giudizio sul comportamento di ciascuno di noi e su chi realmente ha lavorato per questo partito per cercare di farlo vincere alle elezioni, con spirito di rinnovamento, senza ambiguità e senza compromessi al ribasso.

Infine l’avv. Marengo auspica che le due anime del partito trovino finalmente quell’equilibrio per il quale lui si batte da sempre ma il suo atteggiamento e soprattutto le sue gravi affermazioni non fanno altro che tracciare un solco sempre più profondo, cercando di offuscare il rinnovamento avvenuto nel partito a Campobello di Licata, un partito in continua crescita che solo per l’irresponsabilità di qualcuno non ci ha consentito di ottenere ottimi risultati nelle ultime elezioni amministrative.

Noi dal canto nostro continuiamo nel rinnovamento e soprattutto siamo impegnati giorno dopo giorno a risolvere le tante problematiche che affliggono la nostra comunità.

Una nota di approfondimento sul tesseramento sarà pubblicata nel blog, www.giuseppesferrazza.blogspot.com.
Campobello di Licata, 1/10/2009

I consiglieri comunali del Pd di Campobello di Licata
Giuseppe Sferrazza e Giovanni Picone


COMUNICATO STAMPA
PRECISAZIONI DEL COORDINATORE DEL PD GATI’ DI CAMPOBELLO DI LICATA SULLE DICHIARAZIONI DEL TESSERATO MARENGO

Il Coordinatore cittadino del P.D. di Campobello di Licata Giacomo Gatì, riguardo alle dichiarazioni irresponsabili fatte dal tesserato Marengo su alcune presunte irregolarità del tesseramento, precisa quanto segue.

Tutte le persone che, avendone i requisiti, si sono presentate, entro i termini stabiliti, all’ufficio di adesione, istituito presso la sede del P.D. di Campobello di Licata, sono state tesserate ed inserite nell’elenco dell’anagrafe degli iscritti.
Nel verbale dell’ufficio di adesione dello scorso luglio inviato alla Commissione Provinciale di Garanzia vi è la ricostruzione di tutte le fasi del tesseramento, nonché l’elenco delle persone mancanti dei requisiti per il rilascio della tessera, alcune delle quali indicate dal comunicato di Marengo.

Tale anagrafe è stata proposta dall’ufficio di adesione di Campobello alla Commissione Provinciale di Garanzia, che l’ha approvata e certificata senza, al momento, integrazioni o correzioni.

L’assemblea del 27 settembre u.s., per la nomina dei delegati Provinciali, si è svolta regolarmente, utilizzando l’anagrafe approvata, con la presenza autorevole del Garante Prof. Giuseppe Lauricella, peraltro facente parte della stessa mozione a cui si richiama il Marengo.

Il coordinatore invita il Marengo, che si definisce uomo di pace, e non lo è, a risolvere le controversie all’interno delle Istituzioni del partito a cui appartiene.
Campobello di Licata, 30/09/2009

Il Coordinatore cittadino del P.D. di Campobello di Licata
Giacomo Gatì

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